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        restauro procede. Emerge una nuova chiesa, fatta di luce pulita ed
        accogliente. I santi sorridono, i banchi sono impazienti di essere
        usurati, la volta vorrebbe sfondarsi per un collegamento diretto.
        
         Perché
        i restauri?
        
         E’
        come nelle nostre case. Dopo un po’ di anni si vede il logorio del
        tempo, i segni della polvere e anche della vita. E’ come con le nostre
        facce. Non tutti amano i restauri, ma tutti le curiamo e in certe
        circostanze con raffinatezza. Così della chiesa.
        
         In
        un ambiente pulito, curato, accogliente si vive con maggior letizia.
        
         Perché
        una chiesa bella?
        
         Il
        tempio è luogo simbolico. Rappresenta la casa di Dio, quella dove noi
        siamo prenotati dal battesimo ad occupare, e per sempre. Ogni epoca ha i
        linguaggi preferiti.
        
         Togliendo
        le incrostazioni dai muri si sono incontrati colori vari, che
        esprimevano i linguaggi del tempo in cui sono stati usati.
        
         Quali
        i colori del passato?
        
         Il
        primo colore è stato il bianco, come la calce bianca e semplice. Tempo
        di povertà di mezzi ma di grande eleganza e profondità di spirito.
        
         Poi
        si è trovato un giallino. Cosa vorrà dire? Avrà accompagnato le
        usanze del quotidiano. Un colore di compagnia, di maggior calore, oltre
        la serena severità del bianco.
        
         Ci
        sono presenze di parti rosse e violetto. Tempi di tinte forti, di un
        vivere drammatico e carico. Era l’epoca di avvenimenti religiosi e
        profani forse tumultuosi.
        
         E
        noi che di che colore siamo?
        
         Rispetteremo
        le scelte degli esperti, ma pensiamo di navigare di nuovo verso un
        bianco delle origini. Forse sarà un bianco pallido e un poco turbato.
        Avvenimenti del mondo e della chiesa ci preoccupano. La fede si fa più
        vigile e cosciente. Andiamo verso una visione che contiene tutti i
        colori. Entrando
        in chiesa, nel bianco della luce e della fede, saremo capaci di
        cogliervi tutti i colori, a seconda del nostro stato d’animo, della
        nostra esigenza di vita, delle circostanze esterne.
        
         Fra
        cento anni scrosteranno ancora la chiesa, con la stessa curiosità.
        Studieranno le tracce e le sfumature delle nostre vite, il calore della
        nostra comunità, l’aria dei nostri tempi.
        
         La
        chiesa rinnovata può essere occasione di un salto di qualità, verso la
        luce chiara della vita; verso la letizia del convivere tra gente
        semplice che si vuol bene.
        
         Un
        grazie a tutte le maestranze che hanno lavorato e a tutti i parrocchiani
        che hanno atteso con pazienza.
        
         il
        parroco
        
        
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