Per
chi “Promotore Finanziario” come il sottoscritto, abituato a
lavorare amministrando i capitali altrui,
questo
è un periodo dove emerge tutta la professionalità e la difficoltà
del mio lavoro.
Chi
in questi giorni non segue con pari “affanno” sia le vicende legate
all’attacco terroristico delle
WTC
sia gli alti, o meglio, i ribassi dei corsi azionari !
Ecco
la questione: la “BORSA”, oggetto del desiderio nel 1999 e
nel 2000.
In
quel periodo sembrava che la gente fosse pervasa da una malattia
contagiosa, tutti dovevano comperare azioni, anche se fino ad allora si
erano limitati a tenere i soldi sul conto corrente;
oggi
tutto il contrario: la “BORSA” procura solo perdite, meglio vendere
o tenere i soldi sotto il cuscino.
La
prima considerazione è legata al tragico attentato che, come è stato
detto da molti, potrà cambiare la
storia. I ribassi dei corsi azionari
sono legati a vicende economiche e a vicende geo-politiche, in questo
ambito la speculazione vive e prolifica. Quando prende campo la
speculazione, i più deboli spesso soccombono, mentre i più forti si
arricchiscono. E’ triste pensarlo soprattutto sapendo che
migliaia di persone sono morte.
L’investimento
con soldi spesso guadagnati con fatica e sudore non perde il suo
obiettivo quando è mirato al giusto rendimento.
E’
dunque etico e morale l’investimento che sfrutta episodi così tragici
e terribili dove anche il rispetto dell’altro scompare di fronte al
profitto?
Il
mercato azionario è tipico del capitalismo e permette di
sviluppare per le società quotate una politica di continui
investimenti, cioè di continui arricchimenti che comunque vanno a
beneficio sia del management (l’imprenditore e il suo staff) sia dei
soci ( coloro che hanno investito comprando fiduciosi le azioni).
Letto
in questi termini la Borsa è da considerarsi un bene positivo:
raccoglie denaro per incrementare gli investimenti: permette di
procurare nuova occupazione e nuovi servizi; sviluppa tutto il sistema
che di conseguenza è collegato alla società primaria ( indotto ).
Come
spesso accade, l’idea di volersi arricchire di più e in fretta,
costringe il sistema a sviluppare metodi che sono esclusivamente
speculativi, dove al rischio d’impresa si collega il rischio per il
profitto.
L’investimento
azionario si arricchisce di nuovi prodotti chiamati “ derivati ”,
dove l’investimento non è quello di portare nuovi capitali ad una
società quotata che deve trovare nuova linfa per i suoi programmi di
sviluppo, ma quella di scommettere su quello che potrà realizzare
quella determinata azienda.
Entriamo
pertanto nel campo dell’assoluta alea, della speculazione pura.
Così
possiamo dire che il puro investimento borsistico è, e rimane, un
ottimo investimento se viene valutato come una opportunità di
partecipare allo sviluppo di una determinata società, avendone la
consapevolezza che le vicende aziendali, quelle geo-politiche e quelle
economiche possono nel breve periodo influenzare positivamente o
negativamente il mio investimento.
Nel
lungo periodo invece, proprio perché il progresso della nostra società
civile è conseguenza diretta del progresso economico (espansione
economica ) un investimento azionario sarà destinato a dare i
suoi frutti e in maniera maggiore di qualsiasi investimento alternativo.
Un
uomo o donna di fede cattolica, può senza alcun dubbio aderire ad un
investimento in borsa, sostenendo quelle società che condividono
obiettivi in linea con il proprio credo, evitando quelle che sviluppano
un mercato di morte ( le aziende che producono armamenti ) o che
sfruttano i paesi più poveri ( alimentari –
tessile).
Essendo
l’argomento relativo agli investimenti molto delicato, rimango a
disposizione di chiunque intenda approfondire la questione e può
pertanto contattarmi al 348/6017739 per fissare un appuntamento.
Gianluigi
Costantini
gcostantini@bancafideuram.it
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