Ogni anno la Chiesa celebra la
"Giornata missionaria mondiale" per ricordare a tutto il
popolo di Dio che la missione riguarda tutti i cristiani, tutte le
diocesi e parrocchie, tutte le istituzioni ed associazioni ecclesiali.
Ma quale è il centro della missione?
Le parole del Vangelo sono chiare:
"Andate ed annunciate fino agli estremi confini della terra che Dio
è Padre, pieno di amore per tutti gli uomini, che ci ha donato suo
Figlio Gesù per essere vicino a ciascuno di noi, ad ogni popolo.
Gesù, con tutta la sua vita, ci ha
indicato la strada da seguire per arrivare al Padre: annunciare la Buona
Novella ai poveri, consolare, curare, perdonare, liberare da ogni
oppressione, da ogni violenza che calpestano e feriscono la dignità
umana.
Gesù, dopo essere risorto, appare agli
apostoli e dice loro: "Andate in tutto il mondo e predicate ad ogni
creatura." Quell'invito ad andare è rivolto a ciascuno di noi,
dovremmo essere capaci di andare a condividere con le persone che
incontriamo nella vita di ogni giorno la gioia di sapere che Gesù
cammina accanto ad ognuno di noi per rincuorarci dal pessimismo e far
rifiorire la speranza che, se crediamo e viviamo la sua Parola, la pace,
la fraternità, sono ancora possibili in questo nostro mondo tormentato
da tante guerre e violenze.
Ma andare in missione implica
"partire, uscire."
Voglio proporvi alcune riflessioni di
doni Helder Camara sul significato del verbo partire.
Sono vere ed attuali sia per il
missionario che lascia la sua terra per recarsi in paesi lontani, sia
per tutti coloro che vogliono vivere concretamente il loro essere
cristiani.
Partire è prima di tutto uscire da sé,
rompere quella crosta di egoismo che ci tiene imprigionati nel nostro
io.
Partire è non lasciarci chiudere negli
angusti problemi del piccolo mondo a cui apparteniamo, qualunque sia
l'importanza di questo nostro mondo, l'umanità è più grande, e a lei
dobbiamo guardare.
Partire è aprirci agli altri,
scoprirli, ascoltarli, andare loro incontro, confrontarci con le loro
idee, comprese quelle contrarie alle nostre, è soprattutto essere
capaci di metterci in ascolto.
Partire è metterci in marcia, è
aiutare gli altri ad intraprendere con noi lo stesso cammino per
costruire un mondo più giusto ed umano. Ma questo cammino di missione
non è facile. Con le nostre sole forze non andremmo molto lontano.
Chiediamo dunque al Padre nostro di esserci sempre accanto e di
sostenerci affinchè tutta la nostra vita sappia parlare ai nostri
fratelli dell'amore di Dio.
Giovanna
T.
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