| C’erano
        molte persone in Cattedrale l’altra sera venute per conoscere ed
        ascoltare Padre Virgilio Pante, lamonese e missionario della Consolata
        da poco nominato Vescovo in Kenya. Ha subito colpito la sua cordialità,
        l’entusiasmo nel raccontare le sue esperienze di vita, la sua
        semplicità e soprattutto la sua grande Fede. 
        
         Ha
        raccontato come la sua vocazione missionaria sia scaturita partecipando
        al funerale di un amico seminarista. Alla domanda del celebrante su chi
        avrebbe potuto prendere il suo posto in missione, lui non ha esitato a
        dire il suo “Sì” entrando nell’Istituto Missionario della
        Consolata dove poi è stato ordinato Sacerdote nel 1970.
        
         Nella
        sua omelia ha ricordato gli anni di formazione passati in seminario a
        Feltre e a Belluno ricordando con gioia e simpatia i sacerdoti, molti
        dei quali erano presenti alla celebrazione, che lo avevano aiutato nel
        suo cammino di Fede.
        
         Molte
        le sue esperienze a servizio delle persone; da parroco in Kenya a
        direttore vocazionale in Irlanda ed anche a Londra, per poi ritornare in
        Africa dove ha ricoperto il ruolo di vice superiore regionale dei
        Missionari in Kenya ed Uganda fino alla nomina di Vescovo di Maralal.
        
         Riferendosi
        poi alle nuove responsabilità a cui è stato chiamato con la nomina a
        Vescovo, così ha commentato: “Non è la croce che ci viene appesa
        davanti quella che pesa, ( mi ha colpito la sua piccola croce pastorale
        fatta di perline) ma quella che ci viene messa sulle spalle”.
        
         E
        la realtà in cui opera non è certo facile. Il Kenya è una giovane
        Repubblica parlamentare che soffre di mali antichi come la corruzione
        politica ed amministrativa che rende ancor più difficile le già
        precarie condizioni di vita delle persone.
        
         Ma
        Padre Pante non è certo il tipo che si scoraggia. Egli vuole portare
        alla sua gente prima di tutto quel messaggio di Pace, di Speranza e di
        Riconciliazione che lui stesso ha scoperto nel Vangelo.
        
         Proprio
        per questo nello stemma della nuova Diocesi ha voluto raffigurati
        insieme il leone e l’agnello, la colomba della Pace ed una stella
        mattutina simbolo di Maria.
        
         E
        l’augurio a Padre Pante è che presto si realizzino tra la sua gente
        ma anche nel mondo intero le parole del Profeta Isaia: “Il lupo
        dimorerà con l’agnello…. il vitello e il leoncello pascoleranno
        insieme e un fanciullo li guiderà. (Gli uomini) Non agiranno più
        iniquamente né saccheggeranno il Mio Santo Monte, perché la Saggezza
        del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare.
        
         Giovanna
        T. 
       |