Mentre era in viaggio in Europa, gli accadde
di vedere un circo in cui si esibivano nello spettacolo i trapezisti
della famiglia Rodleigh. Rimase così entusiasta della grazia e della
bellezza di quegli atleti che si presentò loro e questi, a loro volta,
sentendo di essere profondamente apprezzati, gli chiesero di
accompagnarlo in una tournée. In successive visite in Europa
Henri cercava sempre di passare un po' di tempo con i Rodieigh. Una
volta qualcuno chiese a Henri se era diventato il loro pastore e lui
replicò immediatamente: «Oh no, anzi, sono loro i miei ministri! ».
Dai volteggi al trapezio scaturì per Henri
una straordinaria metafora spirituale. Qui i Rodleigh furono davvero la
sua guida spirituale; gli suggerirono di osservare attentamente come
l'artista dei trapezio si lanci nell'aria mentre chi la deve afferrare
vola verso di lei. Gli fecero notare che la presa era opera unicamente
di una delle atlete: quella che doveva afferrare l'altra. Chi si getta
nel vuoto non deve cercare di afferrare l'altro, ma deve semplicemente
stendere le braccia e consentire all'altro di afferrargli i polsi. Henri
sentiva che questa immagine esprimeva l'essenza del nostro rapporto con
Dio. Nel nostro cammino spirituale dobbiamo lanciarci verso Dio e poi
confidare che Dio ci afferri. Se, nella nostra ansia, cerchiamo di
afferrare Dio o di controllare il modo in cui egli ci afferra, rischiamo
di cadere.
Lettera dal fronte
Durante la guerra mondiale un soldato
tedesco languiva nei campi di concentramento in Siberia. Finita la
guerra era emaciato, disperatamente depresso e prossimo alla morte, e
s'interrogava sul valore della vita. All'improvviso, un giorno,
ricevette una breve lettera di sua moglie. Con stupore si rese conto che
era ancora viva! Il suo spirito si riprese e gli tornò la voglia di
vivere. Noi siamo così, Dio ci ha mandato una lettera, dicendoci che
egli è reale e prepara un posto magnifico per noi quando, al momento
della nostra morte, torneremo a casa.
Henri aveva modellato la sua vita su quella
di Gesù. La morte non è soltanto benigna, ma è qualcosa di
straordinario, una possibilità di liberazione. Un avvicinarsi imminente
della morte diventa un'occasione di libertà, non solo per noi, ma anche
per quelli che amiamo. Se moriamo nell'amore di Dio, mandiamo liberi i
nostri amici dall'ansia, dalla malinconia, dalla colpa. E’ come se
dicessimo ai nostri amici: Sono felice. Sono pienamente riconciliato con
voi e con Dio. Sono libero di morire e voi siete liberi di vivere.
Alleluia!