DAL DIARIO DI BORDO DEL CATECHISMO

Un tempo, ma forse ancor oggi, i ragazzi amavano tenere un diario al quale raccontare le confidenze del proprio cuore.

Oggi queste confidenze si possono affidare al computer che le custodisce con cura senza smarrirle e in più, all’occasione, le può arricchire, correggere o cancellare.

Così anch’io ho usato di questi nuovi mezzi per memorizzare quanto vissuto in quest’anno di catechismo con i ragazzi post cresima di terza media.

Se devo ricercare il file delle mie memorie devo cliccare “percorso”.  Sotto questo nome ho salvato le mie esperienze, e non è un nome a caso, ma scelto pensando al Sinodo che stiamo vivendo. Come nel Sinodo stiamo camminando per riscoprire la nostra fede nel Signore, così con il catechismo stiamo camminando per conoscere la nostra vocazione, per trovare, ispirati dal Vangelo, il nostro posto tra gli altri, nella Chiesa, nella vita.

Sfogliando il mio diario, camminando lungo le esperienze di quest’anno, ci si imbatte in diversi incontri: anzitutto l’incontro con la Parola quella vera ed efficace, con la Parola di Gesù e in particolare con la preghiera, prima di tutto  con il segno della croce che noi chiamiamo “il nostro distintivo”, poi con le preghiere che conosciamo e con la preghiera spontanea, quella che mette il nostro cuore in comunicazione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

E’ un momento essenziale durante il quale tutti, comprendendone l’importanza, partecipano con devozione: anche quando la situazione è piuttosto turbolenta la preghiera ha il potere di rimettere tutto in ordine e in pace.

I nostri ragazzi, pur amando la Parola del Signore, non sono attratti dalle parole perché vivono immersi nel mondo delle immagini, perciò abbiamo dedicato diversi incontri a questa grande protagonista dei nostri giorni: l’immagine.

I ragazzi stessi hanno dato le loro motivazioni sull’opportunità di utilizzare cassette di film o di documentari che fossero inerenti ad argomenti da trattare o che avessero spunti di riflessioni su situazioni da approfondire e queste sono state le loro parole: l’utilizzo delle immagini diverte di più, il messaggio è più immediato, siamo più stimolati a riflettere, è giusto approfittare dei mezzi di comunicazione attuali, vedere a più occhi ci arricchisce, ma anche: l’orario, appena dopo pranzato non è dei migliori, è brutto che per motivi di tempo il film venga spezzato o non visto interamente.

Così alcuni incontri sono stati dedicati alla visione di documentari, alcuni con immagini forti di morte, di disperazione, che ci hanno ammutoliti, come quello sulla guerra civile nel Sudan, o immagini e parole di serenità  tratte da una preghiera di Madre Teresa. Il contrasto tra queste due situazioni ci ha portato alla considerazione che, per trasformare le brutte realtà in sorriso di serenità, dobbiamo impegnarci ad essere meno egoisti, a mettere sempre la lettera D davanti alla parola io.

Louis si concede al fotografo, aprendo anche l'anima: è la prima confessione e si vede.Altri incontri sono stati dedicati al film. In queste occasioni abbiamo trasformato il nostro catechismo in un piccolo cineforum: abbiamo visto un paio di film: “L’uomo della pioggia” e “The War”, che hanno offerto tanti spunti di riflessione.  Alla fine della pellicola o interrompendola al momento opportuno, abbiamo discusso su temi d’attualità: sulla diversità, sull’accoglienza, sulle conseguenze dell’egoismo e dell’amore, sulla solidarietà e sull’amicizia, ma soprattutto su un tema che è tornato reale proprio in questi giorni: la guerra. Per le considerazioni  e per il commento i nostri ragazzi hanno dimostrato una maturazione ed una serietà che testimonia come la loro crescita fisica sia accompagnata da un’altrettanta crescita spirituale.

Incontro con la parola, incontro con l’immagine:  e l’incontro con le persone?

Ho pensato che organizzare questo tipo di incontro  fosse importante, perché i ragazzi hanno molti dubbi, paure, presunzioni, voglia di fare, perciò ho creduto che  la testimonianza  di chi è passato per la loro stessa avventura di crescere riuscendo a trovare la sua strada, facendo delle scelte e impegnandosi a vivere cristianamente, potesse aiutarli a scoprire la propria vocazione.

Così abbiamo avuto dei graditi ospiti: Barbara, una ragazza impegnata sia come animatrice che come volontaria a San Marco e al Cavallino, che ci ha portato la sua entusiasta testimonianza di solidarietà; Flavio, presidente del Consiglio Pastorale, che ci ha spiegato che tutto quello che avviene nella Chiesa è pensato e realizzato con la collaborazione di persone volenterose che amano la propria Parrocchia e che desiderano che tutti i parrocchiani siano partecipi di questa grande famiglia; Debora  che, essendo direttrice di coro, insegnante di musica, direttore d’orchestra ed anche catechista, da esperta, ci ha coinvolto nella musica liturgica.

Caro diario questo è il percorso fin qui fatto, ma camminando in queste esperienze non ti ho ancora confidato le mie emozioni , i miei stati d’animo. Ti dirò, a volte mi sono sentita come Pietro accanto a Gesù sull’alto monte il giorno della trasfigurazione e come lui anch’io mi sono sentita di dire “Signore, è bello per me stare qui!” altre volte mi sono sentita come i discepoli sulla barca nel mare in tempesta e il loro grido di paura è anche il mio “Maestro, maestro affondiamo!” Poi sento la voce di Gesù: “Dov’è la tua fede?”  Ed eccomi ancora qui a camminare con i miei ragazzi per le vie del Signore.

Daniela 

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