Ragazzi, è vero che queste calde giornate di
primavera sono già un annuncio d’estate, un annuncio di vacanza?
Noi tutti non vediamo l’ora che arrivi
questo periodo per riposarci, per rilassarci al mare o ai monti, per
riprendere fresche energie per affrontare consuete e nuove attività.
Vogliamo aprire la mente al divertimento, al
piacere di nuove conoscenze, alla scoperta di culture e paesaggi ancora
sconosciuti.
Il desiderio è allontanare per un po’ i
brutti pensieri, il desiderio è non pensare o pensare solo alle cose
piacevoli.
Così alla ricerca di un po’ di tranquillità
eccoci ad affrontare code chilometriche e quanto mai assolate o viaggi
estenuanti o a soffrire per un po’ di abbronzatura da sfoggiare al
ritorno.
E poi……più stremati di prima ritorniamo alle
inevitabili attività quotidiane.
Non vi sembra, ragazzi, che in tutto questo
ci sia qualcosa che non va?
Perché spesso ci ritroviamo a chiederci se
quella che abbiamo trascorso è stata una vera vacanza?
Non è forse vero che in fondo, anche se
abbiamo raggiunto la meta agognata e abbiamo vissuto esperienze
straordinarie, non ci sentiamo completamente appagati e ci ritroviamo a
ricercare quel qualcosa che ci manca?
Forse la risposta sta nel fatto che non
siamo riusciti a vedere oltre, a sentire oltre, a vivere oltre: siamo
riusciti invece a mandare in vacanza Dio, ad allontanarlo da noi, a non
riconoscerlo tra la gente, nella bellezza della natura e nemmeno nelle
letture sotto l’ombrellone.
Oppure l’abbiamo lasciato a casa come si fa
a volte con un anziano scomodo ed ingombrante consapevoli che tanto da
lì non si muove e al nostro ritorno possiamo ritrovarlo.
E’ lontano da noi il fermarsi a pensare che
il nostro star bene in vacanza è riconoscere l’impronta di Dio Padre
nelle situazioni che viviamo, nelle persone che incontriamo, nell’arte
che ammiriamo, nella natura per cui ci meravigliamo.
Per una partenza intelligente, per una vera
vacanza, i nostri ragazzi del catechismo ci insegnano ad aprire gli
occhi per guardare oltre, per scoprire l’immensità appagante del suo
infinito amore.
Essi si ricordano di portare nel loro
bagaglio il loro più caro amico, Gesù, sanno riconoscerlo e condividere
con Lui queste esperienze della vita.
Nel loro zaino non manca certo la Parola che
li guida lungo le strade del mondo.
La gente che li incontra capisce dal loro
sguardo, dalle loro parole, dalle loro mani aperte verso gli altri,
dall’accogliere l’invito domenicale alla S. Messa, che, anche se in
vacanza, sono i ragazzi del catechismo.
Daniela