VIAGGIO IN TUNISIA - La Tunisia Cristiana e i suoi santi

 

La meta del nostro viaggio: camminare con i primi cristiani sulla terra d’Africa

 Arriviamo in aereo verso sera ad HAMMAMET. Conosciamo Samir la nostra guida locale e subito con il pullman ci dirigiamo verso HAMMAMET, all’albergo. Siamo stanchi ma contenti e pieni di aspettative.

Il giorno dopo visitiamo CARTAGINE, le antiche rovine, il museo archeologico e, dall’alto, scopriamo il porto in zona strategica. Ci rechiamo all’anfiteatro dove furono martirizzate S. Felicita e S. Perpetua. Don Claudio narra la loro storia e rimaniamo toccati dal coraggio e dal comportamento di queste donne che “pensavano più al loro pudore che al loro dolore”.

Preghiamo intensamente perché il sangue dei martiri, che ha dato vigore e vita alle comunità di allora, dia anche alle nostre comunità forza e d entusiasmo nella continua ricerca del cammino di fede. Continuando l’itinerario giungiamo alla cattedrale di San Luigi dei Francesi, all’acropoli punica di BYRSA e ai resti della basilica paleocristiana di DOMUS ed KARITA, forse la più grande chiesa d’Africa a nove navate ed un battistero esagonale e poi al museo del Bardo a Tunisi dove ammiriamo molti e bellissimi mosaici di epoca romana e paleocristiana molto ben conservati.

Ci fermiamo a prendere un tè alla menta in un caratteristico locale di SIDI BON SAID, incantevole cittadina dalla tipica architettura Andalusa: muri bianchi, cascate di buganville di ogni colore, porte e finestre sulle gradazioni dell’azzurro intenso.

Visitiamo poi le antiche città che furono colonie romane: BULLA REGIA, DOUGGA, THUBURBO MAJUS. Dalle rovine possiamo capire la grandezza, la potenza, la fastosità di Roma e del suo impero.

Osserviamo in loco i pavimenti in prezioso mosaico delle ville patrizie a due piani (uno sotterraneo per proteggersi dal caldo) ed i particolari battisteri in mosaico decorato dove i catecumeni discendevano per essere immersi completamente nella nuova vita data dal Battesimo. Sostiamo in preghiera e meditiamo con un canto.

A KAIROUAN , la quarta città santa dell’islam, visitiamo la grande moschea con il porticato ad archi intrecciati e le numerose bellissime porte in legno scolpite a fiori e a disegni geometrici.

Rimangono impresse la simmetria della costruzione e, all’interno, le originali colonne con il cuscinetto di legno sopra il capitello per assorbire eventuali scosse telluriche.

A SBEITLA fra le antiche rovine scopriamo la chiesa dei santi Gervasio e Protasio e quella di Vitalis a 5 navate e due absidi contrapposte.

Raggiungiamo in fuoristrada le oasi di montagna di KEBIKA, TAMERZA e MIDES. Saliamo a piedi per un terreno impervio sotto un sole cocente, poi discendiamo per raggiungere la sorgente che sgorga dalla roccia. Ci colpisce il contrasto tra le montagne aride che fanno da sfondo al paesaggio ad una conca di verdeggianti palme. L’acqua è incredibilmente fresca e non resistiamo a immergere i piedi.

Ci rechiamo in calesse all’oasi di NEFTA per vedere i palmeti (più di 5.000 palme) dove vengono coltivati i datteri della migliore specie.

Costeggiando il lago salato arriviamo al deserto di sabbia. La “jep” s’addentra tra le dune, le cavalca fermandosi sulla cresta e facendoci provare un brivido di paura, poi si ferma e finalmente calpestiamo la sabbia dorata, la più fina che abbia mai visto. L’orizzonte è ora una linea dritta, interrotta a volte dalla presenza di un dromedario, ora una linea sinuosa che segue le montagne di sabbia. Abbiamo una sensazione come di essere sospesi all’infinito… Preghiamo per tutti i nostri cari e per le nostre parrocchie, mentre il sole tramonta e le ombre si allungano e cantiamo: “Le ombre si distendono…”.                                                                                                                                                

MATMATA vediamo una casa scavata nella montagna. Ci accoglie un bambino riccioluto e con due occhi neri stupendi e pensosi seduto su una stuoia. Il tacito messaggio che cogliamo è questo: “Tralasciare il superfluo, badare all’essenziale”.

Prendiamo atto e cerchiamo di metterlo in pratica: festeggiamo alla sera in albergo il compleanno di Flavio con una candela impiantata un un’anguria! E’ importante il pensiero…

Ultima tappa: EL JEM famoso anfiteatro romano grandioso per la sua imponente struttura e le catacombe del Buon Pastore dove si rifugiavano i cristiano al tempo delle persecuzioni.

E’ domenica, celebriamo la S. Messa nella chiesa di S. Felice (che è una attiva parrocchia di 3 persone!) e poiché è il giorno di San Pietro e Paolo ricordiamo l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale dei nostri don: don Claudio, don Gianfranco e don Arturo e facciamo festa con loro.

Ci siamo stupiti che in Tunisia ci siano montagne, anche alte, ed immense distese di grano, olivi, melograni oltre alle palme da dattero.

E’ terra fertile lungo la costa e ben irrigata. L’acqua è il bene più grande, come da noi. Ma l’acqua VIVA per noi che abbiamo fatto questo viaggio è senz’altro la conoscenza di S. AGOSTINO e di sua madre S. MONICA.

Ogni giorno, in corriera, durante gli spostamenti, don Claudio ci ha parlato di questo santo.

Ha presentato la sua vita travagliata, il suo carattere deciso ed impetuoso, il so grande amore per la verità che ha sempre sinceramente ricercato, le vicissitudini che l’anno condotto a Roma e poi a Milano, la sua conversione dopo aver ascoltato S. Ambrogio e poi il suo pensiero filosofico, la lotta alle eresie del tempo (ma sono moderne anche adesso!) : il manicheismo, il donatismo, il pelagianesimo.

Dei 400 e più libri che ha scritto ne sono rimasti 120 e tra questi “LE CONFESSIONI” testo autobiografico dal quale traspare anche la figura della madre che lo ha sempre seguito, consigliato, capito e anche pianto. E’ l’immagine di tutte le madri che trepidano per i figli.

Giacomina 

      indietro indice bollettino ottobre 2003