Non so perchè
proprio qui ti
ritrovo,
fra queste vecchie
mura,
nella tua taverna,
quella che ricavasti,
semplice, essenziale,
da una lavanderia
ormai in disuso.
Erano sopraggiunti
gli anni del sopore,
dopo la guerra,
la fame,
la ricostruzione
e i giorni del
benessere
cui non ti eri
abituato
(troppi sprechi,
dicevi,
mentre ricuperavi
i pezzetti di pane
rimasti sopra il
desco).
E, nella modernità,
libera. ..dal bucato,
ti regalasti un angolo
dove bere un bicchiere,
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anche per diradare
un pensiero di troppo,
o per dimenticare
i pezzi del mosaico
non potuti quadrare.
E qui, nella taverna,
nell'inverno operoso
della tua esistenza,
riassettavi
brigavi
facevi pensatoio,
o aspettavi un amico
fra quei pochi rimasti,
con cui rievocare
una cena del colmo,
un raduno di alpini,
ormai troppo lontani...
ormai sempre gli stessi.
Oggi, nella taverna
si 'è dissolto l'odore"
di castagne e di braci,
ma nei giorni d'inverno,
al riparo dal gelo,
vi soggiornano ancora
rododendri e gerani.
Arcangelo Curti
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