NONNO VITTORINO

 

Non so perchè

proprio qui ti ritrovo,

fra queste vecchie mura,

nella tua taverna,

quella che ricavasti,

semplice, essenziale,

da una lavanderia

ormai in disuso.

 

Erano sopraggiunti

gli anni del sopore,

dopo la guerra,

la fame,

la ricostruzione

e i giorni del benessere

cui non ti eri abituato

(troppi sprechi, dicevi,

mentre ricuperavi

i pezzetti di pane

rimasti sopra il desco).

E, nella modernità,

libera. ..dal bucato,

ti regalasti un angolo

dove bere un bicchiere,

 

anche per diradare

un pensiero di troppo,

o per dimenticare

i pezzi del mosaico

non potuti quadrare.

 

E qui, nella taverna,

nell'inverno operoso

della tua esistenza,

riassettavi

brigavi

facevi pensatoio,

o aspettavi un amico

fra quei pochi rimasti,

con cui rievocare

una cena del colmo,

un raduno di alpini,

ormai troppo lontani...

ormai sempre gli stessi.

Oggi, nella taverna

si 'è dissolto l'odore"

di castagne e di braci,

ma nei giorni d'inverno,

al riparo dal gelo,

vi soggiornano ancora

rododendri e gerani.

Arcangelo Curti

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