I primi due anni Anno primo: vedere, il 2002. Abbiamo fatto una indagine di numeri, per vedere dentro fatti e abitudini nostrane, con numeri e percentuali. Le percentuali e le statistiche sono vangelo per molti. Per altri tempo perso. Ci possiamo delle buone indicazioni. Vedere è un’azione di ricognizione. Immaginiamo di fare un viaggio in una città. Non basta andarci. Bisogna saper tutto quello che offre la città. Se guardo la piantina, se esamino i monumenti, studio la storia, assaggio da carta i menù dei ristoranti, sorseggio i vini del posto, quando arrivo so dove arrivo. Qui incomincia il secondo momento, il 2003. Discernere, valutare quel che è da vedere, prendere, visitare, non perdere assolutamente. Allora faccio una graduatoria delle opere d’arte. Allora percorro i siti storici più interessanti. Allora scelgo le specialità del posto, rinunciando agli spaghetti di casa. Noi siamo in quest’anno del discernere. Come è la nostra parrocchia; che calore ha la nostra fede, e la carità; siamo miopi, presbiti o vedenti i bisogni del prossimo; la partecipazione alla politica è una utopia o può essere un progetto di vita? Insieme vediamo i problemi, confrontiamo con la parola di Dio, traiamo le conclusioni nostre e quelle comuni. I nostri gruppi In parrocchia siamo partiti con una decina di gruppi. Dall’Anconetta, a Via Monte Grappa, a Sanfor, a Col Cavalier, in Via Rugo, in via Caduti Ponte San Felice, in via San Nicolò. C’è una guida, un tema, un luogo fissato, una famiglia ospitale. Ci incontriamo e valutiamo insieme il nostro territorio e il nostro cammino. Contiamo di incontrarci una volta al mese. I gruppi sono aperti a tutti. E’ facile conoscere l’animatore di zona, parlando con i vicini o chiedendo al parroco. Il sinodo è un treno che passa. Noi siamo in stazione. Possiamo salire e fare un viaggio con una meta, o possiamo stare in stazione a giocare le nostre carte. O c’è anche un’altra ipotesi, giocare a carte in treno, che non fa male. I possibili gruppi Qualcuno forse si sentirà non coinvolto. Magari dirà che non è stato chiamato e che i gruppi sono fatti dai soliti privilegiati. Ebbene, il Vescovo in persona auspica che nascano dei gruppi spontanei di riflessione e di conoscenza. Magari la parrocchia pullulasse di gruppi spontanei del vangelo. Sarebbe una nuova Pentecoste. E tutti ne sarebbero arricchiti. Il parroco è disposto a partecipare al volo per semplice chiamata. |
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