| 
		A Madrid il vagone del treno è squarciato 
		dalla bomba. Accorrono i poliziotti. I passeggeri sono tutti morti. Uno 
		strazio. All’improvviso uno squillare di telefonini, di suonerie 
		impazzite, che chiamano, chiamano. Risponde il silenzio. Stazione della 
		via crucis di oggi. Sopravvive la nostra tecnica, non la nostra anima. 
		 Alla sera un altro telefono squilla nella 
		montagna di zaini e cose raccolte nel commissariato. Sono le 19.38. 
		Doveva suonare alle 7.38. Provvidenziale sbaglio. La tecnica gracida la 
		sua violenza sorda. La bomba danneggiata non esplode.  
		 Non piove, è la Spagna che piange. Così 
		dice la gente che sfila a milioni, ordinata e silenziosa, sotto la 
		pioggia gelida battente. La violenza è cieca, la pietà è silenziosa e 
		viva. E tutti eravamo in corteo. 
		 La sera, all’asilo, 6 bambini aspettano 
		invano l’arrivo dei genitori. Aspetteranno tutta la vita, un mondo 
		diverso. Sono nati due volte. 
		 Storie spezzate, drammi silenziosi, vite 
		stroncate, angosce disperanti entrano nel sangue dell’umanità ogni 
		giorno. Caino colpisce con violenza tecnologica e assurda, come il male, 
		sempre aggiornato. Dov’è la Pasqua? 
		 Un film sulla Passione di Gesù propone con 
		violenza tragica quella che fu la terribile passione di Gesù. Violenza 
		che ci fa rabbrividire e sussultare. Dov’era la Pasqua, allora, sulla 
		croce?   
		La Pasqua è oggi. E’ opera dello Spirito 
		che opera in noi. 
		Manda a noi il tuo Spirito, Signore, e 
		rinnoverai la faccia dell’umanità. 
		Una parabola semplice ci indica la via 
		della rivoluzione buona. 
		Disse anche questa parabola: «Un tale aveva 
		un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 
		Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti 
		su questo fico, ma non ne trovo. Tàglialo. Perché deve sfruttare il 
		terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché 
		io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto 
		per l'avvenire; se no, lo taglierai». 
		 Siamo piante sterili, inutili? Ci 
		prepariamo a dar frutto zappando la nostra vita e concimandola bene? Qui 
		comincia la Pasqua.  I frutti sono per gli altri e  saranno frutti di 
		pace, contro ogni violenza; di giustizia, contro ogni fame; di perdono, 
		contro ogni vendetta. 
		L’albero della croce ha prodotto il frutto 
		della resurrezione. Gesù è vivo, è il vivente. 
		La nostra vita può produrre da ora umanità 
		nuova. Nell’attesa del dono dell’umanità del risorto che ci chiamerà con 
		il “venite benedetti del Padre mio”.  
		Questa è la suoneria che attendiamo, di 
		vita eterna.   |