Lasciai l'Italia dopo sei anni di servizio
ai poveri di uno dei bassifondi della mia città natale, ai bambini del
locale brefotrofio, alle bambine con handicap mentale e vittime di
grossi traumi di una casa famiglia, ai poveri del terzo mondo grazie
alle attività del Comitato Per La Lotta Contro La Fame Nel Mondo che io
avevo contribuito a far nascere.
Credevo di non poter donarmi completamente
rimanendo nel mio paese ... i confini della mia azione mi sembravano
così stretti, asfittici ... compresi presto che si può servire e amare
dovunque, ma ormai ero in Africa e sentii che era DIO che mi ci aveva
portata e lì rimasi nella gioia e nella gratitudine. Partii decisa a
gridare il Vangelo con la vita sulla scia di Charles de Foucauld, che
aveva infiammato la mia esistenza.
Trentatre anni dopo grido il Vangelo con la mia sola vita e brucio dal
desiderio di continuare a gridarlo così fino alla fine. Questa la mia
motivazione di fondo assieme ad una passione invincibile da sempre per
l'uomo ferito e diminuito senza averlo meritato al di là della razza,
della cultura, e della fede.
Tento di vivere con un rispetto estremo per
i "loro" che il Signore mi ha dato. Ho assunto fin dove è possibile un
loro stile di vita. Vivo una vita molto sobria nell'abitazione, nel
cibo, nei mezzi di trasporto, negli abiti. Ho rinunciato spontaneamente
alle abitudini occidentali. Ho ricercato il dialogo con tutti. Ho dato
CARE: amore, fedeltà e passione. Il Signore mi perdoni se dico delle
parole troppo grandi.
Ora io ho esperimentato più volte nel corso
della mia ormai lunga esistenza che non c'è male che non venga portato
alla luce, non c'è verità che non venga svelata. L'importante è
continuare a lottare come se la verità fosse già fatta e i soprusi non
ci toccassero, e il male non trionfasse. Un giorno il bene risplenderà.
Eppure la vita ha senso solo se si ama.
Nulla ha senso al di fuori dell'amore. La mia vita ha conosciuto tanti e
poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono
stata per anni nel mezzo della guerra. Ho esperimentato nella carne dei
miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria
dell'uomo, la sua perversità, la sua crudeltà, la sua iniquità. E ne
sono uscita con una convinzione incrollabile che ciò che conta è solo
amare. Se anche DIO non ci fosse, solo l'amore ha un senso, solo l'amore
libera l'uomo da tutto ciò che lo rende schiavo, in particolare solo
l'amore fa respirare, crescere, fiorire, solo l'amore fa sì che noi non
abbiamo più paura di nulla, che noi porgiamo la guancia ancora non
ferita allo scherno e alla battitura di chi ci colpisce perché non sa
quello che fa, che noi rischiamo la vita per i nostri amici, che tutto
crediamo, tutto sopportiamo, tutto speriamo ...
MA il dono più straordinario, il dono per
cui io ringrazierò DIO e loro in eterno e per sempre, è il dono dei miei
nomadi del deserto. Mussulmani, loro mi hanno insegnato la FEDE,
l'abbandono incondizionato, la resa a DIO, una resa che non ha nulla di
fatalistico, una resa rocciosa e arroccata in DIO, una resa che è
FIDUCIA e AMORE.
I miei nomadi del deserto mi hanno
insegnato a tutto fare, tutto incominciare, tutto operare nel nome di
DIO. Nel nome di DIO Onnipotente e Misericordioso ... Ci si alza nel
nome di DIO, ci si lava, si pulisce la casa, si lavora, si mangia, si
lavora ancora, si studia, si parla, si fanno le mille cose di ogni
giornata, e finalmente ci si addormenta: TUTTO nel nome di DIO.
La consuetudine del nome di DIO ripetuto
incessantemente che già aveva sconvolto e affascinato la mia vita con i
racconti del pellegrino russo prima della mia partenza, ha trasformato
la mia vita permanentemente.
Rendo GRAZIE ai miei nomadi del deserto che
me l'hanno insegnato. Poi la vita mi ha insegnato che la mia fede senza
l'AMORE è inutile, che la mia religione cristiana non ha tanti e poi
tanti comandamenti ma ne ha uno solo, che non serve costruire cattedrali
o moschee, né cerimonie né pellegrinaggi ... che quell'Eucaristia che
scandalizza gli atei e le altre fedi racchiude un messaggio
rivoluzionario: "Questo è il mio corpo fatto pane perché anche tu ti
faccia pane sulla mensa degli uomini, perché, se tu non ti fai pane, non
mangi un pane che ti salva mangi la tua condanna".
Vorrei aggiungere che i piccoli, i senza
voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto agli
occhi di DIO, i suoi prediletti, hanno bisogno di noi, e noi dobbiamo
essere con loro e per loro e non importa nulla se la nostra azione è
come una goccia d'acqua nell'oceano.
Gesù Cristo non ha mai parlato di
risultati. LUI ha parlato solo di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli
altri, di perdonarci sempre ...
I poveri ci attendono. I modi del servizio
sono infiniti e lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non
aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio.
Inventiamo ... e vivremo nuovi cieli e
nuova terra ogni giorno della nostra vita.
Annalena Tonelli |