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		Il più bel ricordo 
		Degli 8 anni di catechismo cosa vi è 
		rimasto? Questa la domanda finale di un percorso interessante. Alcune 
		risposte. Le scenette fatte in chiesa. Le uscite fatte dagli anziani. Le 
		arrabbiature delle catechiste. Le cavolate combinate. Le discussioni 
		sull’attualità. I racconti e le storie. I personaggi. 
		Otto anni sono un gran bagaglio della 
		memoria e della crescita. A questo punto vi presento il racconto più 
		gettonato, che forse vi piacerà. Parla di dire la verità, di sincerità. 
		E’ decisamente importante insegnare ai 
		ragazzi il rispetto della verità. E’ decisamente importante anche dare 
		l’esempio. 
		  
		Erano due le cose da cui Giorgio non si 
		separava quasi mai: i pattini a rotelle, che ormai sembravano formare 
		tutt'uno con i suoi piedi, e il walkman giapponese, un piccolo 
		registratore con la cuffia per l'ascolto che Giorgio portava quasi 
		costantemente premuto sulle orecchie. Per questo, quando entrò in chiesa 
		con gli altri ragazzi dell'oratorio fu accolto dalla roboante voce dei 
		parroco: "Giorgio, almeno in chiesa togliti quegli accidenti! ». 
		Giorgio era un ragazzo mite e, arrossendo, 
		si chinò per slacciarsi i pattini. Il movimento un po' brusco della 
		testa fece saltare via la cuffia che, con un allegro -piuf!., finì nella 
		grossa acquasantiera di marmo che troneggiava all'ingresso della chiesa. 
		-Speriamo che non ti sia guastata-, pensò 
		Giorgio ripescandola. E stringendo cuffia, registratore e pattini si 
		sedette nell'ultimo banco.   
		La sorpresa 
		Appena uscito di chiesa, con un gesto, 
		istintivo, Giorgio si piazzò la cuffia dei registratore sulle orecchie e 
		premette il pulsante. Le inconfondibili note degli U2 gli fecero tirare 
		un sospiro di sollievo: Funziona! Ed è pure benedetto 
		In quel momento incrociò due uomini che 
		uscivano da un bar. Uno diceva: ,Guarda, otto milioni per questa 
		Mercedes sono un regalo. Ne vale almeno quindici. Ha perfino il telefono 
		e il mobiletto bar. E poi non ha fatto neanche diecimila chilometri. 
		Credimi: hai fatto un affare!». 
		La voce dell'uomo era un po' coperta dalla 
		musica, ma Giorgio aveva sentito benissimo ed ebbe un sussulto quando 
		senti nella cuffia, invece degli amati U2, una voce - la stessa voce 
		dell'uomo - che diceva: ,Povero gnocco, li ho rifilato un bel rottame Il 
		motore è a Pezzi, il telefono non funziona, la parte elettrica è tutta 
		da rifare e il conta- chilometri à truccato». 
		-Questa si che è bella!, pensò Giorgio, 
		-che scherzi fa l'acqua benedetta... 
		Non si mosse, perché due donne si 
		avvicinavano ciarlando amichevolmente. 
		-Cara, che sorpresa», diceva la prima, -lo 
		sai che questo vestitino ti sta che è un amore?-. 
		Brutta strega », tradusse sottovoce la 
		cuffia di Giorgio, -sembri  una mortadella ed è inutile che tu faccia 
		tanto gli occhi dolci al caporeparto per far carriera-. 
		-Anche tu, sai, rispondeva l'altra, ,mi 
		sembri una ragazzina. 
		-Sì, di cinquant'anni. Sei piena d'invidia 
		e lo so benissimo che vai in giro a spettegolare su di me. Ma te la farà 
		pagare!», tradusse la cuffia. 
		Giorgio non trattenne un -uau!- di 
		felicità. 
		La cuffia, dopo il tuffo 
		nell'acquasantiera, gli rivelava i vero pensiero della gente, quando con 
		le parole diceva tutt'altro. Divertito e incuriosito dalla scoperta, 
		partì con un,, rapido slalom tra la gente del marciapiede. 
		  
		Caccia al ladro  
		Arrivò nella grande piazza dei mercato. E 
		le sorprese ricominciarono. 
		-Pesci freschissimi!,,, gridava un 
		pescivendolo. -Speriamo che nessuno si accorga che sono surgelati, 
		traduceva la cuffia di Giorgio. 
		-Questa camicetta costava duecentomila lire 
		solo un mese fa in una boutique dei centro-, proclamava una venditrice. 
		«Figurarsil Viene da un blocco che nessuno 
		voleva., sentiva Giorgio nella sua cuffia. 
		Un gruppetto di gente vociante attirò la 
		sua attenzione. Corse a vedere. Al centro dei capannelli di curiosi un 
		vigile urbano teneva per il braccio un ragazzino che si divincolava con 
		tutte le sue forze. 
		,,Sei stato tu! Di' dove lo hai nascosto-. 
		,,Roba da matti!,, gesticolava un uomo 
		tutto acceso in volto, -ho lasciato il portafoglio un momento sul banco 
		e questo ragazzino, "zàcchete", lo ha fatto sparire.. 
		,,Non è vero, non sono stato io, 
		piagnucolava il ragazzino. 
		,,Dice la verità!-, gridò Giorgio dopo aver 
		ascoltato la cuffia che confermava le parole dei ragazzo. Ma nessuno gli 
		badò. 
		Intanto era intervenuto un altro uomo, 
		dall'aria elegan- e, con il giornale sotto il braccio. C'era solo questo 
		furfantello che si aggirava tra i banchi. io ero qui accanto per miei 
		acquisti e posso testimoniare. 
		Giorgio seguì il discorsio dell'uomo 
		elegante, ben attento però a quello che la cuffia gli riferiva 
		nell'orecchio. Poi con tutta la sua forza si aprì un varco tra la gente 
		sempre più fitta, e arrivò vicino al vigile. 
		-E lui il ladro dei portafoglio! -, gridò, 
		e indicava l'uomo elegante. 
		-Non dire stupidaggini!., sbottò l'uomo che 
		aveva subito il furto, è mia cognato! 
		-è lui! Ce l'ha dentro ai giornale!.. E 
		cosi dicendo, sfilò il giornale dell'uomo e lo fece cadere per terra. Il 
		portafoglio era proprio là. - Ooooh! ., fece la gente indi- Indignata, 
		mentre l'uomo elegante se la dava a gambe leva- e, inseguito dal vigile 
		e dal cognato furibondo. 
		-Grazie!., disse il ragazzino. 
		« Di niente-, rispose Giorgio gonfiando il 
		petto. Si senti- ,a tanto Zorro, difensore. dei piccoli e delle vedove. 
		  
		Meglio così.  
		 Quando rientrò a casa, Giorgio fu accolto 
		dalla mamma che lo aspettava. 
		-Lo sai che ora è? Avevamo stabilito che 
		dovevi arrivare alle 6. Non voglio che tu vada a fare il bighellone in 
		giro. 
		Hai capito? Fìla a lavarti, adesso!.. 
		La cuffia, sempre ben premuta sulle 
		orecchie, però, tradusse: Ma guarda che bell'ometto che sei diventato. 
		Sapessi quanto ti voglio bene! 
		-Anch'io Mamma., disse Giorgio e stampò un 
		bel bacione sulla guancia della madre, che, sorpresa della risposta, 
		rimase a guardarlo con aria stupita. 
		Il giorno dopo, Giorgio portò il walkman a 
		scuola.  Aveva una voglia matta di fare qualche esperimento con i suoi 
		compagni di classe e gli insegnanti. Ma dalla cuffia uscivano soltanto 
		le voci degli U2. l'effetto magico era passato. Lì per lì Giorgio provò 
		un po' di delusione. Ma poi pensò: -Meglio così!», e partì allegramente 
		sui suoi pattini a rotelle. 
		Bruno Ferrero |