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		Fine di una stagione  
		Ieri, nuvole basse coprivano le nostre 
		belle montagne da mezza costa fino alle vette, cadeva una pioggerella 
		fine, quasi impalpabile, intervallata da scrosci. In casa l’aria era 
		umida e fredda. Osservavo l’orto, che aveva un aspetto triste, con le 
		piante dei pomodori scivolate dai sostegni, grondanti acqua e tutte 
		ingobbite. Le foglie delle zucchine marcivano a terra e quelle 
		dell’insalata erano divorate dalle limacce. Le chiome degli alberi, non 
		più smeraldine, ma di colore verde spento, sciupato, iniziavano a 
		perdere le foglie, strappate via dal vento. Non volo e canti d’uccelli 
		che se ne stavano al sicuro tra gli abeti, o forse erano già partiti. Ho 
		notato alcune farfalline che tentavano di entrare in casa e cercavano 
		riparo sui davanzali delle finestre e negli angoli nascosti. Ho pensato 
		che l’autunno era arrivato, in anticipo, ma oggi è una bella giornata, 
		l’aria è tersa e fresca, il sole illumina le dalie, i settembrini, i 
		gerani, indora il mais, riluce sui chicchi d’uva, sull’erba inzuppata 
		d’acqua. L’autunno che viene ci regalerà ancora giornate di sole perché 
		i frutti della terra devono ben maturare, essere raccolti e riposti per 
		l’inverno. Forse potremo ancora recarci in collina per cogliere le 
		bacche commestibili, le noci, le castagne e scovare funghi che san ben 
		mimetizzarsi tra il muschio e le foglie marcescenti; potremo ancora 
		respirare gli umori del bosco e bearci dei suoi colori. Ogni stagione ha 
		le sue bellezze. In questi giorni, nei pascoli di montagna, sbocciano 
		fiori dal calice violetto, stanno ritti e saldi sui corti gambi: 
		“carabinieri” vengono chiamati in dialetto, per il loro rigido 
		portamento, ma il vero nome, dal sapore vagamente esotico è “colchici” e 
		sono della famiglia dei crochi, che annunciano la primavera.  
		Dai ricordi al lavoro 
		E con i colchici la natura chiude la 
		stagione dei fiori e apre l’autunno. Durante l’estate, chi è stato al 
		mare, ha respirato l’aria iodata e salata e si è avvolto del calore del 
		sole; chi è stato in montagna ha rinforzato gambe e polmoni e si è 
		ristorato nel corpo e nello spirito. Molti hanno rinsaldato amicizie, 
		compiuto nuove esperienze che arricchiscono e fanno crescere. Finite le 
		vacanze, con un po’ di nostalgia, ma con maggior vigore e impegno, 
		abbiamo ripreso le nostre solite attività, forse ripetitive, ma che sono 
		il nostro pane quotidiano. I bambini già frequentano la scuola con la 
		gioia  di ritrovare i compagni e di scambiare le esperienze fatte 
		durante l’estate e le novità. Gli scolari di prima classe si indovinano, 
		più che vedere, nascosti da pesanti zaini e fanno tanta tenerezza, ma 
		loro si sentono “grandi” perché sono alle elementari e vogliono imparare 
		e crescere in fretta. E riprende il catechismo: si prega, si canta, si 
		lavora insieme, si ascolta la Parola del Signore, si impara ad amare di 
		più il Signore e il nostro prossimo.  
		Tutto grazie ai “carabinieri”, ai colchici, 
		segnaletica di stagione. 
		Giovanna C. |