Gruppo post-Cresima, ovvero, adolescenti scalpitanti.

Quando si parla di adolescenti, l’associazione immediata di idee è: confusione, contraddizione, disorganizzazione, fragilità.

Se uniamo adolescenti e Cresima l’effetto è esplosivo, perché diventa la somma di tanta energia e potenzialità che a stento si trovano i canali giusti e capaci in cui convogliarla e dirigerla.

La conseguenza, quasi logica, che ne deriva è smarrimento o frattura.

Allora balenano pensieri tristi di disfatta, sentimenti di sfiducia; “Che nella corrente della vita il seme gettato sia caduto tra spine e sassi? - Che i doni ricevuti proprio quest’anno non siano stati accolti?”

Poi un dubbio divino si insinua: “Com’è possibile che la potenza dello Spirito Santo non porti frutto?”

Così è stato. Immancabilmente il Padre buono e misericordioso ha soffiato nel cuore nel modo che solo lui conosce.

Ed ecco un bel gruppo di baldi ragazzi sono tornati a frequentare il gruppo del catechismo, anche dopo la Cresima.

Scalpitanti, rumorosi, ma con un forte desiderio di percorrere insieme le strade della fede.

Guardo, anzi scruto i loro occhi e penso con un  po’ di agitazione: “Sarò in grado di soddisfare i loro desideri di novità? Riuscirò a far spendere le loro belle energie per fare quel bene che Gesù si aspetta da noi?”

Dai loro sguardi limpidi, proiettati nel futuro ricevo nuovo desiderio di lavorare con loro alla vigna del Signore.

Ma cosa fare quest’anno? La proposta deve soddisfare le loro nuove aspettative.

Dopo la Cresima anche il catechismo deve rinnovarsi.

Un’idea: “agire”.

Ecco questo sarà il nostro nuovo obiettivo. Agire, proprio come agire è il tema del Sinodo di quest’anno.

Agire è a misura di ragazzo che sta costruendo il proprio progetto di vita come uomo e come testimone del Signore.

E’ come passare dalla parola ai fatti, è come mettere in pratica quello che fino ad ora si è solo pensato.

E’ come non permettere che tra il dire e il fare ci sia di mezzo il mare.

Quindi non solo intenzioni, seppure buone, ma fatti concreti.

La base del nostro agire, sempre e comunque, è il Vangelo.

Su questa roccia il gruppo ricerca una nuova fisionomia che sappia coniugare assieme l’amore di Dio e dei fratelli con l’esuberanza e l’allegria da portare per le strade del mondo.

Nascono nuovi progetti.

Così il catechismo esce dalle consuete aule e si sposta su una collina o nelle vicinanze di un’impetuosa cascata: sentirsi parte della natura rende concreta l’idea di unità e di comunione con Dio; va incontro agli altri per realizzare il comandamento dell’amore portando anche solo un sorriso a chi è nella sofferenza;  ricerca la condivisione con altri ragazzi per scambiare le proprie esperienza e viverne di nuove; mette a disposizione le proprie abilità per collaborare con le iniziative parrocchiali.

Non so cosa alla fine riusciremo a fare, quanti progetti riusciremo

a portare a termine, quanto scalpiteremo per trovare le energie giuste per condividere i nostri talenti, ma so di certo che con l’aiuto di Gesù, lavorando per il suo progetto di salvezza, con fede in Lui questi nostri ragazzi diventeranno, nei tempi e nei modi che Lui solo conosce luce del mondo e sale della terra..

Daniela

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