Che disastro!

 

 

Un ricordo liceale

 

Aveva dettato un tema sull'effetto della vincita d'un gruzzolo consistente ed inatteso nella vita d'un tipo qualsiasi nei giorni suc­cessivi al gran colpo. L'insegnante, tuttora vi­vente, pur lodando la prosa, nella correzione criticò senza mezzi termini l'improbabile rac­conto facendomi rimanere di sasso; dopo mezzo secolo mi sento inadatto a cercare un'altra storia e ricorro al racconto di Bruno, un caro amico e benefattore che riesce a ca­varmi dai guai e che stimo immensamente.

 

Quella svolta a sinistra...

Giuseppe pedalava sulla sua bicicletta nuova per la via principale della città.

C'era un po' di traffico, ma era così bello sfrecciare in mezzo alle macchine.

Ai semafori riusciva sempre a risalire la co­lonna di auto che l'avevano superato: mentre pedalava imitava il rumore di un motore con le labbra, si sentiva una Ferrari. Era così preso dalla sua immaginaria velocità che si accorse della via di casa che diramava sulla sinistra solo all'ultimo momento.

Scartò bruscamente verso il centro della strada dimenticandosi di segnalare la svolta con il braccio. Sentì lo stridio disperato del-l'auto che lo seguiva. Seguirono uno strillo ed una colorita serie di imprecazioni.

Lo strillo era stato emesso dalla signora Cal­deroni che stava tranquillamente cammi­nando sul marciapiede con la borsa della spesa e si era improvvisamente trovata a una spanna l'automobile che aveva sbandato. La signora Calderoni finì seduta poco dignitosa-mente sul marciapiede, mentre la borsa della spesa si rovesciò per terra.

Una bella arancia rotolò via ed il cane del commendator Gigli, giocherellone com'era, partì al suo inseguimento, ma in tal modo tese il guinzaglio e fece traballare bruscamente il suo padrone che, per non cadere, si appoggiò su Mario, il postino, che stava infilando la posta nelle buche dei portoni: così una lettera indirizzata in via Verdi 123, finì in una buca del 121.

La lettera era indirizzata al ragionier Lanfranchi e lo convocava urgentemente, proprio quella mattina, al suo nuovo posto di lavoro. Il ragioniere non la ricevette e perciò decise di approfittare della mattinata per dare un'oc­chiata alla caldaia. Trafficò un bel po', ma non era troppo pratico e si fece un bel taglio a un braccio. Corse al pronto soccorso dell'o­spedale e da lì avvertì la moglie che lavorava in banca.

La moglie del ragioniere era un po' ap­prensiva, si fece sostituire dalla collega Olga ed accorse all'ospedale.

Olga telefonò al marito Giorgio che faceva il centralinista-traduttore alla base dei caccia-bombardieri della NATO: "Devo sostituire una collega, vai tu a prendere i bambini a scuola".

Giorgio uscì cinque minuti prima che fi­nisse il suo turno di lavoro ed arrivasse il cambio. In quei cinque minuti arrivò una co­municazione disperata in codice dall'altra parte del mare: "Un missile impazzito è sfuggito al nostro controllo e si dirige su di voi. E un errore, non un atto di guerra. Ripeto: non è un attacco! E solo un tragico errore".

Nessuno prese la comunicazione.

Qualche minuto dopo il missile si abbatté sulla base. Il Quartier Generale ordinò di ri­spondere all'attacco con un feroce bombardamento.

Gli altri risposero con una rappresaglia peggiore. Altri paesi si lasciarono coinvolgere. Una settimana dopo era guerra mon­diale. E tutto perché Giuseppe non aveva se­gnalato la svolta a sinistra.

 

Esageratol  Ma...

Viviamo insieme con gli altri e c'è un legame invisibile che amplifica l'effetto delle nostre azioni, anche in una parrocchia... Ogni nostro atto esterno produce delle impensabili e strane scintille anche a distanza.

Ciò comporta l'impegno a non lasciar passare le occasioni che forse non si ripresen­teranno mai più.

È quindi importante per tutti, all'inizio di un anno sociale, valutare e scegliere le pro-poste che ci vengono fatte anche in par­rocchia.   

don Luigi 

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