Parrocchia: ma è una cosa seria?           

 Una bella novità.

  Fa molto piacere notare e sentire che molte persone riscoprono la montagna con i suoi panorami, con l'aria  sana e con le fatiche e l'impegno che comportano gli itinerari anche più semplici. Sarebbe bello che lo spirito di ascesa entrasse nella nostra vita.

 Vecchie immagini.

  L'album delle foto di vecchio stile è aperto sul tavolo  ed i soggetti in bianco e nero si susseguono richiamando il passato. Ricordi?

Ecco la croce in cima alla Tofana di Rozes e sullo sfondo Cortina; quello accanto è Federico: osserva com'era piccolo, ma che tenacia!

Ecco la chiesetta del Col di Lana; che fatica salire sotto il sole che ti bruciava la "cioppa"... quello salito sul campaniletto è Luciano,  quante ne combinava!

Ecco forcella Lavaredo: che giornata! E la Ginetta  ti ricordi com'era felice e sorridente? Guarda.

Ecco il rifugio Venezia sotto il Pelmo: che polenta ragazzi!? Però la salita a forcella d'Arcia che dura :i primi arrivati ci hanno accolto con l'inno nazionale. Disgraziati!

Ecco la discesa verso le 5 Torri: la bionda non ce la faceva più: poveretta era incinta.

Ecco il Sas di Stria: un arrampicare veloce. Laura, il tuo cuore pulsava forte per l'emozione  ed hai battuto i maschi a raccogliere residuati di guerra....

  Queste alcune delle storie richiamate dalle foto un pò ingiallite dal tempo con l'immagine di tante persone conosciute sui sentieri di montagna della nostra terra così bella e purtroppo a molti sconosciuta..

I volti e l'anima.

  Ogni viso richiama storie di uomini e donne,di ragazzi e di adulti che abbiamo incontrato e talora smarrito nei meandri della vita:però è bello quando ci si rivede.

Franco entusiasta e poco ciarliero che conosce i sentieri e non era mai stanco; Sara piccolina che si faceva portare in ispalla dai più grandi quando il cammino le sembrava lungo;Giuliano che non smette neppur oggi i suoi discorsi profondi ma si offriva generoso a portare lo zaino pesante con i panini per tutti; Cesare, cicciotello, che non vedeva l'ora di fare una sosta ma sorrideva sempre;Teresina carina che faceva l'ape regina coi maschi tontoloni ed oggi fa la mamma; Pino che si lamentava di tutto e chiamava "pioggia" le prime goccioline; Carla che raccoglieva da terra le carte anche per  gli altri; Luigino che raccontava barzellette e teneva allegri tutti specie i piccoli che scordavano la stanchezza e poi Fabio, Cesarina, Michele, Sabrina... e tanti altri.

La vita.

  Proviamo a cambiare  nomi e luogo  ed a variare gruppi ed ambienti:rimangono le persone con con i loro pregi e difetti, con i loro vezzi ed esperienze, con parole e silenzi, con i loro desideri ed interessi in classe o sulla spiaggia, , sul lavoro o in palestra in cucina  o in discoteca in chiesa o sul campo da gioco in autobus ed in parrocchia.

  Tentare di omologarle non è semplice, sperare di cambiarle è utopia, obbligarle a dei ruoli è pericoloso:la tivù crea mode,l'ambiente può plagiarle ed ideologizzarle. gli slogans inebetirle, i precetti e le dottrine clericalizzarle ma esse son come bottiglie turate e vivaci  in attesa di essere stappate.

C'entra la parrocchia?

  Il discorso vale anche per la parrocchia:ci sono tante persone(per noi circa 1800), ognuna con molte capacità  e doni. Vi è che sa si e no dov'è la chiesa ma anche chi la tiene accogliente;qualcuno non si pone nemmeno l'idea se vi sia una parrocchia ma altri offrono il loro servizio gratuito a beneficio di tutti mentre qualcuno pensa che non ne vale la pena; perfino chi rifiuta fa parte del gruppo e può essere stimolante;la gioia di veder sorridere i bambini o gli anziani ripaga le fatiche di alcune persone generose; anche chi è stato offeso o ferito dai frequentatori assidui della parrocchia può imparare a lasciar perdere

  Tra codice e cuore.

  L'attuale ultima stesura del codice delle leggi della chiesa cattolica al numero 515 afferma che "la parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell'ambito di una chiesa particolare (diocesi) la cui cura pastorale,sotto l'autorità del vescovo diocesano,è affidata ad un parroco quale pastore della medesima"I numeri successivi propongono soluzioni per casi particolari con qualche girotondo cavilloso.

  Mi preme mettere in risalto la diversità con la legge risalente al 1917 ove la parrocchia era formalmente una pura divisione territoriale. Oggi chiaramente l'accento è posto su COMUNITA' di Fedeli ognuno col suo bagaglio personale, genetico, ambientale, educativo, e di esperienza.

   Non basta scrivere una cosa perché essa sia vera. Quando ci son di mezzo persone bisogna aiutarci ed accettarci e fidarci dell'impegno di tutti per procedere bene.

  Anche le proposte estive aiutano a crescere ed hanno bisogno di volontari.

  Avanti!

don Luigi

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