Davvero l'estate è stata
contrassegnata da uscite verso i luoghi più disparati. Per i ragazzi era
inseparabile il pallone: dalla piazzetta di S. Nicolò e dal greto del
Piave il pallone li ha seguiti in Cansiglio al monte Pizzoc, ad Alleghe,
a Frassenè ed a Rivamonte, sul Duran e a Piancavallo, sul Grappa e a Col
Cumano, a Cima Sappada, in Val Visdende, al castello di Vittorio e
accanto al Duomo e su fino alle sorgenti del Piave dove è caduto in
acqua. Queste alcune delle mete raggiunte nelle uscite settimanali. Ma
non c'è stato solo pallone. L'allegra brigata si è soffermata in luoghi
ed in edifici d'arte e di memoria storica e sempre, visitando chiese ma
non solo, c'è stata una preghiera per gli assenti o per i sofferenti.
Anche nella
gita-pellegrinaggio (ma è così importante la differenza? basta pensare
al modo diverso con cui la vivono persone di età differente...) che è
stata realizzata in Marche e Abruzzo i sentimenti sono stati disparati.
La sorpresa magica delle
grotte di Frasassi abbinata al pranzo succulento "da Francesco"; ma
qualcuno è arrivato a sfiorare la bellezza dell'abbazia di S. Vittore.
La meraviglia del complesso
di Loreto con quadri e statue a non finire e con il silenzio raccolto
tra le mura della Santa Casa; lo splendore sfaccettato dei finestroni
dell'abside, ed il presepio meccanizzato del parco non hanno sorpreso
meno dei torrioni di difesa o del panorama che si spingeva da Recanati
al mare.
Il primo impatto a
Manoppello sul far della sera è stato con il Volto santo che sapeva
ancora della recentissima visita del papa il giorno precedente. La cena
ovviamente meno lauta e forse qualche mancanza nello stabile non hanno
sminuito la luce mattiniera del giorno dopo quando con le nostre
chitarre e le nostre voci abbiamo pregato in compagnia di tante persone
provenienti da più lontano di noi.
Percorsa la valle del fiume
Pescara ci siamo diretti verso l'immensità del Fucino per giungere
all'Aquila arroccata sul Gran Sasso e ne abbiamo percorso le strade
talora strette e le gradinate dall'immenso castello spagnolo alla
basilica di S. Bernardino, al Duomo e giù fino alla stazione passando
dalla celebre fontana dalle 99 cannelle accompagnati e protetti da
alcuni cani che se avessero potuto beccare un gatto rosso che li
beffava...
Il nome accattivante del
ristorante ("scannapapere") che ci ha rifocillati dopo tanta fatica ha
concluso la mattinata permettendoci una visita alla splendida basilica
di Collemaggio incastonata nel verde con sullo sfondo il Gran Sasso.
Poteva far parte del tragitto la basilica di S. Gabriele ma non ci si
poté avvicinare a causa della folla tracimante.
Il pellegrinaggio vero e
proprio l'abbiamo fatto al ritorno esercitando in qualche modo l'arte
della pazienza a causa del rientro che si è prolungato fin oltre le
previsioni. Chissà quante invocazioni si sono aggiunte a quelle espresse
insieme pubblicamente. Ma dei pensieri e delle riflessioni che
attraversano la mente ed il cuore di chi in buona compagnia compie un
cammino non teniamo conto!
fra Vito |