Oltre gli abeti intravedo
l’ufficio nel quale mio devo recare.
Ho appena lasciato
nell’area del parcheggio la mia autovettura e, con qualche passo di
ritorno, accertata la funzionalità del dispositivo automatico di
chiusura, con il suo classico bit bit e lampeggio delle luci, mi
preparo, con il pensiero, all’incontro con il responsabile dell’ufficio
comunale. Fra me e me sento già il risultato positivo di quell’incontro.
Attraverso la strada
abbastanza trafficata, dopo aver guardato il flusso di circolazione
proveniente prima dalla destra e poi quello dalla sinistra. Questo
comportamento non l’ho mai dimenticato: era compreso nella didattica
che, con gli altri colleghi nel periodo di lavoro, avevamo organizzato
con me il ciclo di lezioni di educazione stradale presso le classi
quinte del Capoluogo.
Sono le prime ore della
mattina ed è necessario prestare la massima attenzione
nell’attraversare. Il diritto del passaggio pedonale è spesse volte
disatteso; la fretta, il ritardo è una costante che capita in ognuno di
noi in diversi momenti della giornata ovunque ci possiamo trovare.
E’ la vita di oggi!
Sul lato apposto della
strada una grande piazza contornata da abeti che saranno addobbati nel
periodo natalizio. Beh! Cosa sto pensando! Ma non dovevo prepararmi per
quell’incontro?
Affretto il passo. Con la
“coda dell’occhio” scorgo una di quelle persone immobili, tutte bianche,
che trovi un po’ ovunque e che ti fanno un sorriso ed un inchino allo
scoccare di una monetina gettata nel piattino posto in disparte.
Raggiungo l’ufficio per
quell’appuntamento.
Ritorno sui miei passi
tutto soddisfatto. L’incontro è stato fruttuoso … … il lavoro è
assicurato ……il lavoro dovrà essere eseguito a “regola d’arte” entro i
tempi programmati. Speriamo che il tempo ci aiuti! Con il cattivo tempo
non è possibile lavorare……non sarà sempre così come negli ultimi
quindici giorni! E beh la stagione è già avanzata! Anche la nostra
salute ha bisogno del bel tempo!
Ma prima non ho intravisto
una di quelle che si dicono “statue umane”? Incuriosito accelero il
passo. Ed ecco, mi trovo davanti ad un monumento ai Caduti della Prima
Guerra Mondiale. Sui gradini della stele che riporta sui quattro lati
l’elenco dei Caduti, una statua raffigurante un fante seduto con il
fucile fra le gambe e racchiuso fra le braccia, la borraccia e la
gavetta, una confezione di munizioni, tutto quello che appartiene ad un
combattente. Gli occhi socchiusi all’ombra della piccola falda
dell’elmetto. Un foglio di carta arrotolato …… un documento …… una foto
racchiusa nella mano destra?
Davanti, su una roccia un
rapace assicura la compagnia del combattente. Entrambi vivono in
montagna e condividono lo stesso ambiente. La vita ha bisogno di stare
insieme, di condividere le bellezze del creato e di stare vicini, di
stare accanto l’un l’altro in ogni momento, particolarmente in quelli
che ci si sente più soli e lo sconforto ci attanaglia.
Penso ……tanti ricordi
passano nella mente del combattente: da molti mesi è lontano dalla sua
famiglia e dai suoi cari. Il suo presente è la trincea e il nemico che
si trova a poche centinaia di metri.
E’ un breve momento di
riposo del mattino. I combattimenti sono durati tutta la notte e ancora
una volta la posizione di trincea è stata mantenuta. Anzi pare che il
nemico sia divenuto un po’ più debole! Chissà!
Ora sono qua, seduto ed in
compagnia di un aggressivo rapace. Anche la povera bestia ha bisogno di
compagnia. La sopravvivenza è sempre più difficile. La zona è ora
un’area di combattimento ed il cibo è sempre più raro.
E’ stata una notte molto
faticosa, non un momento di riposo. Ora le palpebre si abbassano ma si
schiudono all’improvviso con il pensiero là, dove è partito da oltre due
anni.
Una lacrima si forma, si
ingrossa mentre il pensiero va lontano, scende dalla guancia e cade
sulla mano sinistra che stringe il fucile.
Ora, per la mente ricorda
tutto quello che è avvenuto sino dalla partenza per il fronte: il suo
Paese è in pericolo e deve dare un contributo per la libertà e la
democrazia come tanti amici della sua età.
Il passato recente è nei
suoi pensieri. I suoi pensieri emergono solo nei momenti di “riposo”.
Nei combattimenti, nel mantenimento della posizione di trincea non c’è
tempo di pensare. Le pallottole vengono da ogni direzione, e l’elmetto
non può essere mai rimosso …… ormai quel copricapo di difesa fa parte
della sua persona e se é quasi dimenticato!
Ha lasciato ………… (continua)
Flavio |