Pensieri vicini e lontani ……  (seconda parte)

 

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Ha lasciato da circa tre anni la sua famiglia, la moglie e una bambina di nome Agnese. Il padre e la mamma abitano vicino a casa ed assieme sono suoi fratelli e lavorano tutti in campagna. Il lavoro è molto faticoso e duro. La terra deve essere ben lavorata per dare un buon raccolto. Dice: “In questo siamo più fortunati di tanti altri perché la terra è nostra e tutto quello che produciamo è nostro e non deve essere ripartito con il “padrone”.

clicca per ingrandireNella mano destra tiene gelosamente la prima lettera che gli è giunta al fronte dopo circa due mesi di vita militare.

Dentro c’è la notizia che da casa Maria aspetta un bambino!

E’ distante dalla sua famiglia …… chissà se il bambino è nato …… sarà andato tutto bene? Un tremore percorre le sue membra e, dagli occhi arrossati spuntano le prime lacrime di sconforto. Una,  due, tre lacrime che scendono dal viso e che vengono prontamente asciu-gate con l’altra mano avvolta dal mantello.

Il bambino è stato voluto da entrambi ed è il frutto del loro amore. Ama Maria e le vuole infinitamente bene; sulle guance ricorda, e gli pare ancora di sentire il bacio di Agnese, la sua bambina che fra pochi giorni compie quattro anni.

Nello sconforto del momento intravede la gioia di Maria con la sua Agnese; la femminuccia è qualcosa di suo che ha lasciato e si sente presente là, assieme a loro.

E il bambino? Sarà nato? Sarà davvero un bambino? Ne è quasi certo. Con Maria avevano scelto il nome di Marco e nel caso di una femminuccia il nome di Marta. La guerra finirà un bel momento, se Dio vuole!

Apre la mano destra e con la sinistra srotola la lettera di Maria. Da allora nessuna altra notizia. E’ terribile la cosa. Nel mezzo della lettera, piegata in due,  è conservato un santino con l’immagine della Madonna di Pompei. In quel santino sono racchiuse tutte le raccomandazioni di nonna Rachele, molto devota alla Madonna, che gli ha assicurato la protezione della Madre di Dio. Nei saluti di addio, la nonna gli ha raccomandato di recitare ogni giorno l’orazione a San Domenico e a Santa Caterina da Siena per ottenere la grazia dalla S. Vergine di Pompei. La certezza di un ritorno è assicurata ha ribadito più volte la nonna prima della partenza.

Nei momenti di “riposo” non ha mai tralasciato la preghiera, può farlo ancora. Ricorda l’Orazione a memoria, ma preferisce leggerla perché si “sente” più vicino alla Madre celeste.

Ed allora legge:  O Santo sacerdote di Dio e glorioso Patriarca San Domenico, che fosti l’amico, il figliuolo prediletto e il confidente della celeste Regina, e tanti prodigi operasti per virtù del S. Rosario; e tu, Santa Caterina da Siena …… voi, Santi miei cari, guardate le mie necessità e abbiate pietà dello stato in cui mi trovo. ….. Pregate per me la madre del Rosario ed il Figliuolo Divino, giacché ho gran fiducia che per mezzo vostro ho da conseguire la grazia che tanto desidero. …… Amen.

 Ora si sente meno solo …… si sente davvero meno avvilito; quasi non ricorda il tanto tempo trascorso al fronte.

…… Dopo dieci giorni i combattimenti sono cessati e il Comandante ha comunicato la fine delle ostilità e la firma dell’armistizio tra i belligeranti.

Ed ecco che dopo pochi giorni ritorna a casa. Ha lasciato ogni cosa là nella trincea; tuttavia c’era ben poco da portare a casa.

Vestito con la divisa militare tiene ancora nella mano destra, arrotolata, la lettera di Maria con il santino della Madonna.

Avvicinandosi a casa, intravede Maria nei campi al lavoro con due bimbi. Sì è Agnese …… e l’altro chi è? E’ certamente Marco! Si è Marco!

Pochi attimi dopo la famiglia è riunita. Fa gli onori di casa Maria che chiama Marco e lo presenta al suo papà.

Oramai i pensieri della guerra sono lontani. Accorrono anche le famiglie dei vicini.

L’abbraccio più affettuoso, più stretto, diverso da tutti, è quello con la nonna materna. Un pianto prolungato e commosso tra i due corona la gioia del ritorno.

Flavio

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