Pena capitale

 

 

clicca per ingrandireIl 30 dicembre 2006, si è dato sfogo, ancora una volta alla bestialità umana, indirizzata in questo caso nei confronti di un dittatore e criminale di indiscussa ferocia, Saddam Hussein, la cui accertata colpevolezza nulla toglie alla crudeltà della pena comminata dai giudici iracheni .

 Qualcosa mi si rivolta dentro al pensiero che teatro di quest’ennesima efferata esecuzione capitale e di innumerevoli altre forme di violenza di questi ultimi anni sia proprio il martoriato Iraq, un paese di millenaria e provata tradizione civile e storica.

Tra il Tigri e l’ Eufrate che discendono appaiati dalle tortuose alture dell’ Armenia si insinua la fertile Mesopotamia che fu culla 5000 anni or sono della progredita civiltà sumerica .

I Sumeri, furono tra i primi popoli, assieme agli Egizi, a servirsi della scrittura, decretando così il decisivo e importante passaggio dalla preistoria alla storia, ancor’oggi sono ricordati nei testi storici come popolo civile e virtuoso composto di pacifici agricoltori, poco avvezzi all’ arte della guerra.

Non mi riesce di pensare all’Iraq senza farmi condurre dalla fantasia nell’ antica città di Babilonia, le cui rovine sono ancora oggi visibili a 80 Km circa da Baghdad e senza pensare ad Hammurabi illuminato sovrano dell’impero babilonese costruttore di mirabili palazzi, robuste fortificazioni e incantevoli giardini pensili, questi ultimi non a caso citati come una delle sette meraviglie del mondo .

Hammurabi e’ ad oggi, con rispetto ricordato per aver fatto redigere il primo codice di leggi, una stele a caratteri cuneiformi riportante 282 “articoli” che nella loro essenza primordiale (vigeva comunque la legge del taglione n.d.r) stabilivano anzitutto dei principi morali, che per noi oggi possono sembrare scontati (forse non troppo visti gli eventi n.d.r) ma all’epoca non lo erano affatto.

In virtù di quanto sopra esposto e considerati oltre cinque millenni di reiterate e documentate vicende umane, mi rifiuto di credere che l’ umanità, o parte di essa, incappi ancora e nonostante tutto negli stessi errori orrori di sempre. E’ decisamente un affronto alla storia e all’intelligenza umana !

Non voglio pensare che le esecuzioni capitali consumate nel braccio della morte delle carceri texane o in quelle cinesi, l’esecuzione sommaria di Benito Mussolini in quel di Dongo, quella del dittatore rumeno Ceausescu o quella di chiunque sia stato definitivamente soppresso dopo un iter processuale largamente condiviso o meno, rappresentino l’ ultima e più alta forma di giustizia.

Sarebbe quindi bene, nel rispetto di ciascun essere umano, che un “certo tipo di giustizia” fosse esercitata solo ed esclusivamente da colui che primeggi per virtù, rettitudine, levatura morale e visione globale. Ad oggi, sfortunatamente, fatico ad intravedere candidati tra il genere umano .

Stefano

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