Per una riflessione

 

 

 

Uno studio recente sul comporta-mento religioso degli italiani oggi offre motivo di capire qualcosa in più sulla realtà religiosa spesso troppo frettolosa-mente liquidata da giornali e televisione e da alcuni saccenti di turno. Tra i giovani di 18-20 anni il 61,7% si dichiara cattolico e non religioso il 18,8%. In tale periodo decresce la presenza alle funzioni e di pari passo la fiducia nell'istituzione Chiesa. In seguito tuttavia l'interesse riprende e si ritorna a forme di religione tradizionale.

La presenza femminile: le donne son nettamente più partecipi nel trasmettere la fede come mamme e spesso come cate­chiste. In controtendenza recente molti padri son presenti ed accompagnano i figli in chiesa.

La residenza: abitare in un'area cit­tadina o in un piccolo comune fa diffe­renza per vivere la fede: lo stile indivi­dualista della città diminuisce nettamente la partecipazione. Il Sud per cultura e tradizione è notevolmente più partecipe ai riti religiosi.

Livello culturale della famiglia di origine: genitori con livello culturale più alto hanno figli più problematici nell'adesione alla chiesa.

Tra i giovani credenti il 59% ha fa-miglia con cultura più alta; il 17% si dichiara ateo. Ma proprio tra i ragazzi di cultura più alta c'è una maggiore tensione verso lo spirituale e una volta coinvolto ha un maggior livello di impegno.

I giovani non religiosi:

  • non credenti 6,3%

  • agnostici 11,4%

  • credenti in dio generico 6%

  • cristiani generici 4,8%

  • cattolici non praticanti: lontani 4,7% occasionali 18%

I giovani praticanti:

  • ferventi 6,7%

  • moderati 13,6%

  • intimisti 10%

  • ritualisti 16,7 %

Interessante è il rilievo che un giovane su due dichiara di pregare almeno occasionalmente.        

Abacus

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