“Era già l’ora che
volge il desio…”
Il sole è
tramontato e le prime ombre della notte s’addensano su Palermo e
giù lungo la costa verso Cefalù. Il motore fa rullare la nave
che s’inoltra come un pesce gigante nelle acque del Tirreno
verso Napoli.
Nonostante la
stanchezza voglio godermi il lento allontanarsi dalla costa
mentre le luci si accendono seguendo il confine tra terra e
mare ormai non distinguibile all’orizzonte.
Tentato di
raggiungere la cabina mi accocolo invece contro la spalliera
del ponte e penso alle cose belle che ho visto in quest’isola
dove hanno soggiornato tutte le civiltà del Mediterraneo
lasciando ognuna qualche segno:persino S.Paolo, diretto a Roma
“ prigioniero del Signore” per esservi giudicato, sbarcò a
Siracusa portando con sé la fiamma che avrebbe mutato il mondo
romano.
Quando son
lontano da casa specialmente al calar della sera mi viene sempre
il pensiero del luogo in cui vivo e dei visi delle persone che
ivi mi stanno accanto e si crea come un filo di simpatia con
immagini più o meno precise di volti, con fatti più o meno
importanti , con ricordi che vengono a galla e mi accade
spontaneo approdare alla preghiera che con gli anni s’allunga
sempre più affidandola ai grani del rosario o anche liberamente
ripetuta mentre mi perdo nei meandri del sentimento.
La notte
ormai, signora del cielo e del mare, concede un piccolo spazio
appena alla luna che dissemina striscie d’argento sulle onde
create dalla scia della nave.
Penso
e prego.
Penso ai
bambini di Piave così simili a tutti i bimbi del mondo:allegri e
spensierati, curiosi e giocosi anche se talvolta un pò
capricciosi ma con l’anima negli occhi.
Penso ai giovani
dalle mille doti che sprecano facilmente irretiti dalle mode di
turno.
Penso alle giovani
famiglie partite con amore e coraggio come le sei coppie di
sposi incontrate oggi a Palermo in sei chiese diverse con
giovani felici ed invitati raggianti: ho pregato anche per loro.
Penso alle
famiglie in difficoltà che aumentano col passare degli anni con
problemi per sposi e figli. Ma penso anche a quelle felici pur
con qualche maretta od acquazzone che l’amore, la tenacia e la
fiducia reciproca aiutano a superare.
Penso ai nonni
così tranquilli e felici specialmente se possono godere della
compagnia dei nipoti più ancora che di quella dei figli.
Penso ai malati ed
alle persone sole e sono per me maestri di vita se non altro
perché non si lamentano mai.
Penso ai problemi
della parrocchia che si sta estendendo, agli ambienti ristretti,
alle belle celebrazioni, ai momenti di dialogo e di simpatia.
Penso e prego…
Fantastico
e spero .
Sarebbe bello se
:….
-
Se
comprendessimo che potremmo vivere in pace radunati e
collegati da tre ponti e mezzo sul Piave.
-
Se
ci fosse qualche piccolo sforzo nel prendere sul serio le
proposte educative-perché no,seppur religiose?-trovando un
ritaglio per frequentare la chiesa anche se talora il tempo
è tiranno.
-
Se
sentissimo il bisogno di saperne un po’ di più su
chiesa,religione e Cristo (su di Lui specialmente),senza
credere e ripetere i soliti luoghi comuni che spesso sono
clamorose bugie.
-
Se
ci interessassimo agli altri non con curiosità o
superficialità ma per aiutarli:perché non tenersi informati
sulla presenza dei cristiani nei luoghi più maledetti e
tragici dell’umanità? Perché non sentire il desiderio da
giovani di fare un’esperienza in comunità bisognose anche se
lontane dal nostro ambiente? Perché aver paura delle novità
dell’attuale tessuto sociale?
-
Se
ci impegnassimo ad un po’ di silenzio o a qualche breve
preghiera invece che esser schiavi del ciarlare a vuoto, del
chiasso e del moto perpetuo?
-
Se
trovassimo il tempo qualche sera di raggiungere la chiesa
per assistere all’Eucarestia in maniera tranquilla e
riposante? Non sarebbe tempo perso…
-
Se
un po’ tutti a turno dessimo una mano a portar avanti la
parrocchia con la pulizia ed il decoro della chiesa , con
il partecipare alle attività dei ragazzi, con il curare i
canti o l’insegnar catechismo, con il raccogliere cibo,
medicine o abiti per coloro che non hanno nulla, con il
partecipare agli incontri di cultura e di riflessione.
Fantastico su
tante cose possibili che mi frullano per la testa.
Fantastico e spero….
E
allora?
La nave procede
ormai tranquilla; mi sono abituato al rumore dei motori e non
avverto più lo sciabordio delle onde.Si susseguono nel mio animo
ricordi graditi e malinconici che mi richiamano una
riflessione del grande poeta indiano Tagore: ”Dormivo e sognavo
che la vita era solo gioia. Mi svegliai e vidi che la vita era
solo servire. Servii e vidi che servire era gioia.”Mi par di
capire che la parrocchia è un po’ come una nave che va avanti
sicura per merito non del capitano soltanto ma di tutto
l’equipaggio |