Piccola, grande Olga.

omelia di don Claudio nella S. Messa del funerale - 4 dicembre 2007 - santa Barbara -  Borgo Piave (Belluno)

 

Siam qui per dirti grazie di averti incontrata.

Ogni persona è una parola di Dio da leggere, piccola bibbia.

Tu sei stata per noi  una piccola e grande grazia, una bella pagina nella nostra vita.

Si stava bene con Olga e Olga stava bene con noi.

Il prato fiorito è bella immagine di ogni persona: fiori, colori, spazi, confini, c’è l’imbarazzo della scelta. Voglio scegliere tre fiori dal tuo prato e lasciare gli altri a voi.

 

  1. Donna del saluto sorridente e accogliente.

    Olga era capace di dialogo aperto, immediato, semplice; il suo atteggiamento era sempre  contenuto, sereno, chiaro, come una bella giornata;donna dal parlare arguto, intelligente, piacevole; il suo conversare sempre rispettoso, delicato, tagliente come la verità; pudica e libera, leggera e prudente, sempre coinvolgente nella sua allegria.

  1. Gran signora nel lavoro – servizio.

    Il lavoro lo ha imparato in casa, da Emma e Vittore. Emigrante a Milano a 13 anni, con periodi a Busto Arsizio, ha misurato la grande città in bicicletta. E’ stata a servizio nelle famiglie che amava, riamata. Una vita a servizio, mai serva, ma sempre signora nel suo lavoro. Segue con passione il marito nella malattia. Poi accoglie la madre, con tenerezza, fino all’ultimo respiro. Segue la nipote a Belluno e diventa la zia di mezza città. Dona la sua cura amorevole a Gregorio, insieme a serenità e gioia di vivere. Infine entra in punta di piedi in canonica e in parrocchia. Madre premurosa ed affettuosa per il parroco, cappellano speciale per la parrocchia, custode attenta e discreta della comunità. I viaggi l’han portato in mezzo mondo, in bella compagnia, sempre pronta a partire con gli amici che l’amavano. L’unitalsi è stata famiglia preziosa nel viaggio verso le regioni dello spirito.

  2. Donna di fede e di preghiera.

    L’aveva imparato dalla mamma, che ogni giorno, dopo le fatiche del pranzo, si sedeva a leggere il libro della vita dei santi, sul quale si addormentava, imparando il paradiso.

    Aveva una fede semplice ed essenziale, obbediente ed intelligente; una preghiera continua, di parole e di intenzioni profonde; una delicatezza di spirito, anima del vivere quotidiano.

    Devota a Maria fino a commuoversi ha desiderato il vestito unitalsi sino nell’ultimo pellegrinaggio alla madre terra.

 Piccola grande Olga, grazie.

 Un fatto per ricordare la persona quotidiana. Un giorno arriva dal mercato con un pacco. Un vestito tirolese. L’ho pagato poco, si giustifica. Lo aggiusto io e faccio la mia bella figura. Mi piace proprio. Un giorno si presenta a messa sgargiante, la primizia va al Signore, poi si immerge nelle meraviglie delle amiche. Sei bellissima, le dicevano. Sinceramente. E dopo cosa sarà?  Ci sarà il giudizio e il Paradiso. 

  1. Il giudizio.

    Il giudizio appare ragionevole e dovuto. Nella scrittura se ne parla e anche nell’ultima enciclica del Papa, Spe Salvi, lo si presenta. Noi siamo dei costruttori della nostra vita. Per una costruzione ci vuole le fondamenta, il materiale di costruzione e il collaudo. Si può costruire sulla sabbia o sulla roccia. La roccia è Cristo. Si possono usare materiali scadenti o forti. Si può costruire con la paglia, il fieno, o con l’argento e l’oro. Il collaudo verificherà il lavoro della vita. Il giudizio che ci attende alla fine della vita sarà uno sguardo d’amore di Dio, come fuoco. A quel fuoco resisterà la casa che è costruita sulla roccia di Cristo. La paglia, che sono le vanità, le cose futili e inutili spariranno nel fuoco. Ogni sacrificio come argento sarà purificato e resisterà, ogni atto di amore come oro brillerà ancor più. Grazie e giustizia ci prepareranno per essere abitati da Dio per sempre. E inizia il Paradiso.

  2. Il Paradiso.

    Beati voi del Paradiso. Ma siamo beati anche noi quaggiù. Questa è la bella notizia per noi e per Olga.

    Beati voi poveri. Olga povera ha sempre avuto da dare qualcosa a tutti, proprio tutti e non le è mai mancato nulla.

    Beati gli afflitti. Se non siamo afflitti noi ce n’è di afflizione da consolare. Questa un’altra attenzione della Olga, gli ammalati, i giù di corda, volontaria non solo nell’unitalsi ma a casa.

    Beati i miti. Possederanno la terra. Lei ha posseduto gli amici e la gente. Quanti amici, veri, sinceri, fino alla fine, un  piccolo paradiso contagioso.

    Beati quelli che han fame e sete della giustizia. Era particolarmente sensibile alle missioni e al terzo mondo. Ai bollettini degli istituti. Io le dicevo: buttali via. Lei di nascosto rispondeva e li aiutava.

    Beati i misericordiosi. Vuol dire cuore grande. Lo aveva per tutti e in particolare per la sua famiglia. Era il filo che teneva unite le perle della collana, dalla Francia, alla Liguria a Milano a qui.

    Beati i puri di cuore. Dio è luce e con lui non ci sono le tenebre. Camminava leggera sopra i doppi sensi della vita, sulle ortiche del quotidiano. Semplice come colomba, astuta come serpente.

    Beati gli operatori di pace. La sua parola era di comprensione per ogni debolezza, soffriva dove c’era la discordia, inventava parole per riconciliare.

    Beati i perseguitati per amore della giustizia. Chi non ha le sue prove nella vita? Per amore del Signore e forti della buona coscienza si continua a fare il bene, semplicemente.

    Beati voi. Felici voi fin da qui. Beata te Olga e beati noi che ti abbiamo conosciuto. 

Piccola grande Olga,

hai superato il giudizio di Dio. Sei nel suo amore. Aiutaci a vivere da beati in terra. Qui  costruiamo il nostro Paradiso. E prega per noi.  

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