Vetrine

clicca per ingrandireIn ogni piazza ed in ogni via.

 La creatività e la fantasia degli esercenti sfiorano le punte più alte nell’ultimo mese dell’anno.Ripiani e scafali sapientemente illuminati attirano lo sguardo accattivanti.piccoli  ninnoli preziosi e abiti striati d’argento, telefonini d’avanguardia  e gli ultimi elettrodomestici, cristalli lucenti e mobili ben disegnati e variopinti, giochi del passato sapientemente adattati e play stations fredde ma attraenti..Ovunque un gioco di luci, di colori e…di sogno.

  Vi passano davanti e vi sostano con tempi diversi i gruppi o le persone più strane:i bimbi spalancano gli occhi per lo stupore; gli adolescenti tesi irresistibilmente  verso l’oggetto intravisto sul settimanale  di grido e che li accomuna nell’attrattiva;le copie in prossimità del matrimonio, celebrato o previsto, la mamma con la carrozzina e quella vissuta che si permette un po’ di passerella; la signora attempata che strattona il marito apparentemente assorto in pensieri  solenni; i nonni che spiano attenti un regalo adatto ai nipoti… ed al borsellino. Un campionario unico-che dico?- il campionario umano di sempre nello scorrere degli anni, delle mode e delle civiltà. Un insieme di persone che si possono permettere i desideri ed altre che comperano solamente col pensiero e che ,con l’avanzare del benessere, non calano affatto di numero.

Guardiamo  dentro.

Sotto l’abito troppo floscio dei giovanissimi o il cappotto degli impiegati, sotto le pellicce non solo sintetiche o i montoni firmati, sotto il taglio grazioso d’un abito o sotto gli sciarponi abbondanti  annodati alla moda, non dimentichiamolo c’è un cuore.

  Il grande Tolstoj rileva che “un uomo può ignorare d’avere un cuore ma, senza cuore-come senza religione (aggiunge) un uomo non può vivere.”

  Ecco allora la ragazzina innamorata che vede distintamente qualcun altro oltre la vetrina;ecco l’eterno adolescente, maggiorenne per legge, che cerca l’oggetto che potrebbe farlo notare tra gli altri;ecco la ragazza dell’est  che vede come oltre lo specchio di Alice la lunga strada che conduce alla sua amata casetta; ecco il ragazzo di colore  che punto dal gelo sogna il sole e le spiagge del suo paese pur povero, ma suo; ecco la signora  chiamata “badante” che ha un marito e due figli biondi che studiano lontano  lontano  per conquistarsi una  vita  meno disagiata della sua; ecco l’uomo senza lavoro che sperava in un’occupazione ma ormai dispera di poter lavorare dignitosamente;ecco l’anziana che procede a rilento e si sente troppo sola; ecco un gruppo di volti orientali che accenna sommessamente un canto natalizio riportato da Atonia Arslan:

         Se tu Bambino fossi nato nella terra dei Kashuhi

         Se tu fossi nato nel nostro paese

         Anche il prete sarebbe venuto di corsa con noi

         Per onorare te e la tua Mamma.

         Una vetrina speciale.

Immagino che tutti abbiamo il ricordo  d’un angolo natalizio del passato più o meno lontano: una vetrina senza cristallo con muschio profumato di bosco e luci e pecorine e pastori e cammelli  e remagi ed il castello del perfido Erode sullo sfondo. C’era però un punto che attirava il nostro sguardo, come i pastori abbiamo trovato sulle montagne di Giuda “un Bambino avvolto in fasce e deposto in una greppia” forse con Lui abbiamo anche parlato, forse Gli abbiamo fatto qualche confidenza, forse L’abbiamo pregato  e Gli abbiamo voluto bene.

  Un po’ come i bambini di oggi  nelle loro letterine semplici e spontanee al Bimbo di Betlemme.

  Caro Gesù bambino:

  • E’ solo un trucco o sei proprio invisibile? (Giovanni)

  • E’ giusto che fai tante religioni ma non ti confondi mai? (Franco)

  • I peccati li segni in rosso come la maestra?(Chiara)

  • Mi piace tanto il padrenostro.Ti è venuto subito o hai provato tanto? Io quello che scrivo lo devo rifare un sacco di volte.(Andrea)

  • Io sono italiano e tu? (Roberto)

  • A carnevale mi travestirò da diavolo,ciai niente incontrario? (Michela)

  • La giraffa la volevi proprio così o è stato un incidente? (Patrizia)

  • Mi piacerebbe sapere come si chiamano il tuo bue ed il tuo asino. (Valentino)

  • Don Luigi è tuo amico o lo conosci solo per lavoro? (Antonio)

  • Tu le cose le sai prima che sono inventate? (Donatella)

  • Quando tuo padre ha fatto tutto l’universo non era  meglio se invece che solo la domenica si riposava anche gli altri giorni di scuola?(Ezio)

Forse a parlare così ci vergogniamo ma una cosa possiamo proprio dirla: Ti voglio bene! Se ci riusciremo sarà davvero  BUON NATALE. Ve lo auguro

                                                   Don Luigi

     
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