Il "sentiero protetto" in via Monte Grappa

Nel corso dell’estate, più e più volte è stato sollecitato un’incontro con sindaco e collaboratori, ma le turbolenze in seno al consiglio comunale e in particolare tra i consiglieri di maggioranza ed il primo cittadino ed i recenti rimpasti in giunta hanno determinato successivi slittamenti dell’incontro che, a questo punto, ci auguriamo possa avvenire entro la prima decade di ottobre. Con un certo disappunto apprendiamo inoltre dalla stampa locale di un avvicendamento alla carica di assessore ai lavori pubblici, tale cambiamento ci costringerà ad un lavoro supplementare che avremmo volentieri evitato, difatti il nuovo assessore andrà debitamente e dettagliatamente informato relativamente ai problemi della borgata.

Fortunatamente l’estate è stata foriera anche di avvenimenti positivi, è di questi giorni infatti la notizia che la carica di assessore alle frazioni, temporaneamente vacante, è stata nuovamente ricoperta, ci auguriamo che attraverso questa nuova figura pubblica si possa avere una maggiore rapidità nel fissare gli incontri con l’amministrazione comunale e venga inoltre data una maggiore rilevanza alle problematiche da noi presentate.

A seguito completamento del “sentiero protetto” in via Monte Grappa, ultimato nel corso del periodo estivo, i pedoni godono ora di una certa sicurezza in un tratto di strada decisamente pericoloso causa limitata larghezza della carreggiata, sostenuto traffico veicolare e velocità spesso pericolosa di automobili e autoarticolati in special modo . A dire il vero l’opera così come è stata realizzata non risponde pienamente a quanto richiesto a suo tempo dal comitato, tuttavia dobbiamo dare atto alla pubblica amministrazione di aver tenuto fede all’impegno preso, cosa che di questi tempi non è di poco conto.

Prendiamo atto con piacere, che don Giuliano ha inoltrato presso i preposti uffici della Curia vescovile i documenti necessari all’iter di acquisizione della sala pubblica sita negli stabili del residence San Nicolò (ex concerie Colle). Attendiamo con trepidazione un formale beneplacito da parte della Curia che dovrebbe arrivare entro la fine del corrente anno. L’espletamento di quest’ultima formalità dovrebbe consentire alla parrocchia di Borgo Piave di ottenere nell’arco di qualche anno uno spazio a nostro dire indispensabile per l’intera comunità parrocchiale.

Non vi sono ad oggi ulteriori rilevanti notizie che riguardino il quartiere per tanto, dedichiamo il rimanente spazio che il parroco ci mette gentilmente a disposizione, ad una curiosità di carattere culturale. Tratteremo del “pont vecio” che è sicuramente uno dei principali monumenti storici di Borgo Piave. Tra gli abitanti della borgata si raccolgono ricordi, aneddoti, e leggende talvolta contrastanti relativamente alla distruzione del ponte di cui oggi rimane, come tutti sanno, una sola campata delle cinque in origine esistenti.

Il ponte fu progettato dall’ing. Antonio Zilli, ultimato nel dicembre del 1841 e successivamente reso inagibile da una piena della Piave nel novembre del 1851, venne demolito nelle tre arcate in prossimità della Caorera e riedificato secondo il progetto originale resistette poi fino alla successiva ondata di piena che ne determinò il definitivo crollo nel settembre del 1882 .

Di seguito alcuni significativi passi tratti dagli “Annali di Belluno” scritti dall’allora podestà Antonio Maresio Bazzolle che rendono perfettamente l’idea della tremenda e dirompente forza della Piave in piena . 

16 settembre 1882 – sabato

… fino dalla mattina cominciò una continua ed incessante processione di tagie e di squadrati giù pel Piave, e talora persino a gruppi, indizio pure, che le acque avevano rotto delle dighe e invasi e spogliati gli stazi dei legnami, e forse distrutte anche delle seghe, lacchè era maggiormente avvalorato dal credere e venire giù per l’acqua pezzi di edifizi di sega.

A tratti passavano delle tavole, credenze, banche, ed altri mobili di casa, e così pezzi di zattere.

Passò anche il cadavere di una vacca, e d’un asino, nessun cadavere umano .

… Alla sera mi si disse che era proibito il passaggio del ponte perche alle ore 2 pom. aveva esso segnato un abbassamento ed una fenditura… 

17 settembre 1882 – domenica

Sotto una continua pioggia alle ore 9 ant. dalla mia villeggiatura di Sergnano a Belluno, ed alle ore 10:30 andai ad osservare il Piave; dapprima dal muretto di Castello, poscia dalle cosiddette “Caloneghe” – Piazzaletto di dentro del campanile del Duomo - quindi dal cosiddetto “Torniquet” in fondo alla contrada di S. Croce dov’era il bastione e proprio dalla testata dell’ex ponte che s’aveva smosso alle ore 2 pom. si ruppe durante la notte cadendo un arco, ed altri due archi caddero questa mattina restando in piedi il solo arco verso Belluno .

Dei due piloni verso Castione non si vedevano più che due mozziconi che diminuivano d’altezza in seguito alle corrosioni ed asporto che ne faceva l’ acqua, ed il terzo pilone era sparito del tutto .

La testata del ponte verso Castione era ancora là, ma anch’essa sempre più ristretta dagli asporti che ne faceva il Piave… Mentre si guardava il Piave si presentò un fatto ancora più tremendo ed inaspettato.

Sopra alla metà della riva d’ascesa per andare sul piano della Madonna Bianca e di Coldenà v’era un piccolo piano sul quale esistevano tre case… verso le 11 ant. si osservò una fenditura sopra queste case dette di “sbrait”…

Erano le prime avvisaglie di un vasto fronte franoso che nei giorni a seguire, scivolando dal lato sinistro del fiume, entrò fin dentro il letto della Piave ne deviò il corso causando ingenti danni. Il retaggio di quella frana crea ancor oggi non pochi problemi al borgo, come evidenziano i frequenti e costosi lavori di manutenzione di via Miari ed aree limitrofe di questi ultimi anni.

Il comitato popolare 

di Borgo Piave e oltrepiave

  indice del bollettino

 avanti pagina delle foto