Il fattore infedele | Ipocrisia dei farisei | Il ricco Epulone | ||||
iceva(1) anche ai discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. (2)Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. (3)L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. (4)So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. (5)Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: (6)Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. (7)Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. (8)Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. (9)Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. (10)Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. (11)Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? (12)E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? (13)Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona». |
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(14) farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. (15)Egli disse: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio. (16)La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi. (17)E' più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge. (18)Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio. |
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'era(19) un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. (20)Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, (21)bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. (22)Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. (23)Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. (24)Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. (25)Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. (26)Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. (27)E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, (28)perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. (29)Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. (30)E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. (31)Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi». |
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