Per favore. Lasciatemi, una volta tanto,
prendere la parola.
Lo so che è paradossale che il silenzio
parli. E' contrario al mio carattere schivo e riservato. Però sento il dovere di
parlare: voi uomini non mi conoscete abbastanza!
Ecco, quindi, qualcosa di me. Intanto le
mie origini sono assolutamente nobili.
Prima che il mondo fosse, tutto era
silenzio. Non un silenzio vuoto, no, ma traboccante. Così traboccante che una
parola sola detta dentro di me ha fatto tutto!
Poi, però, ho dovuto fare i conti con una
lama invisibile che mi taglia dentro: il rumore!
Ebbene lasciate che ve lo dica subito:
non immaginate cosa perdete ferendomi! Il baccano non vi dà mai una mano!
Io, invece, sì. Io sono un'officina nella
quale si fabbricano le idee più profonde, dove si costruiscono le parole che
fanno succedere qualcosa.
Io sono come l'uovo del cardellino: la
custodia del cantare e del volare. Simpatico, no? Io segno i momenti più belli
della vita: quello dei nove mesi, quello delle coccole, quello dello sguardo
degli innamorati... Segno anche i momenti più seri: i momenti del dolore, della
sofferenza, della morte. No, non mi sto elogiando, ma dicendo la pura verità. Io
mi inerpico sulle vette ove nidificano le aquile. Io scendo negli abissi degli
oceani. Io vado a contare le stelle... Io vi regalo momenti di pace, di stupore,
di meraviglia. Io sono il sentiero che conduce al paese dell'anima. Sono il
trampolino di lancio della preghiera. Sono, addirittura, il recinto di Dio! Ecco
qualcosa di me. Scusatemi se ho interrotto i vostri rumori e le vostre
chiacchiere. Prima di lasciarci, però, permettete che riassuma tutto in sole
quattro parole: Custoditemi e sarete custoditi! Proteggetemi e sarete protetti!
Dal vostro primo alleato |
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