10) GIOVANNI II   (553-564)

Nell'anno 553 si tenne in Aquileia il secondo concilio del patriarcato. (1)

Capi di questo concilio erano Macedonio, patriarca di Aquileia; Onorato arcivescovo di Milano e Massimiano arcivescovo di Ravenna.

Erano presenti tutti i suffraganei della regione.

In questo concilio, da chiamarsi forse più propriamente conciliabolo, vi furono molte sessioni: ed alla fine fu deliberato che non si dovessero accettare alcuni decreti del Concilio Costantinopolitano, convocato da papa Vigi­lio (537-555), ritenendo che fossero contrari al Concilio Calcedonese, già universalmente accettato nella Chiesa Cattolica.

Se a questo concilio provinciale erano presenti tutti i suffraganei, proba­bilmente fu presente anche Giovanni vescovo di Belluno: e le vicende perso­nali occorsegli in seguito, sembrerebbero darne conferma. (2)

Papa Pelagio I (555-561) successore di papa Vigilio, con inviati particolari e con lettere, cercò di chiarire la retta interpretazione dei decreti costantinopolitani.

Scrisse più volte a Paolino, successore del patriarca Macedonio; ma senza ricavarne il frutto sperato.

Si rivolse allora al generale Narsete chiedendo il suo intervento per castigare i vescovi scismatici.

In obbedienza al sommo Pontefice, Narsete mandò prigionieri a Costanti­nopoli quei vescovi che riuscì ad avere nelle sue mani: gli altri invece che erano riusciti a fuggire, furono da lui banditi dal territorio.

Tra questi ultimi vi era anche il vescovo Giovanni, il quale terminò i suoi giorni in esilio verso l'anno 564. (3) 

 


1) Cfr. ((Enciclopedia Ecclesiastica» Tasso, vol. I, pagg. 402 e 1100.

2) L'autore del manoscritto Anonimo, della Biblioteca Gregoriana «Fondo da Borso», asserisce che fu presente.

3) Cfr. Piloni, pag. 88.

 

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