PROGETTO DI AIUTO PER L'UGANDA
Sr. Lea è una di quelle persone che lasciano sempre un segno. Nativa di Dosoledo è in Uganda da moltissimi anni.
A
lei sta toccando in sorte una triste parte: quella di chiusura di ospedali e
dispensari che, per mancanza di vocazioni tra le suore comboniane e per una
nuova "politica missionaria", vengono via via ceduti al clero e alle
istituzioni locali.
Prima
si è trattato dell'ospedale missionario di Aber, poi di quello di Angal e ora
è la volta del glorioso, ma ormai "fortunatamente inutile",
lebbrosario di Morulem.
Una
azione attenta e capillare di cura e prevenzione ha portato infatti a debellare
quasi completamente da tutto il Nord Uganda questo antico e terribile flagello.
Certo lebbrosi ne esistono ancora ma vengono ormai curati a casa e la grande
struttura del lebbrosario è ormai inutilizzata. Si tratta di convertirla in
qualcosa d'altro e, nello stesso tempo, di affrontare le nuove emergenze
sanitarie che si presentano all'orizzonte o che sono già fonte di preoccupante
realtà quotidiana.
L'AIDS
è arrivato ormai anche qui e si è portato dietro quale compagno altrettanto
indesiderato la tubercolosi. Sr. Lea è quindi impegnata nella riconversione dei
lebbrosario (che con molta probabilità diventerà una scuola professionale
della Diocesi) e nell'ampliamento del dispensario medico.
Questa
zona poi è caratterizzata da frequenti razzie dei karimojong che anche
recentemente hanno provocato morte e distruzione. Sr. Lea ci racconta di un
fatto accaduto solo pochi giorni prima. In una delle tante incursioni due
karimojong si sono attardati ad aiutare un loro compagno gravemente ferito. Sr.
Dorina, medico della missione, ha
cercato di portarli in salvo all'ospedale di Matany, in Karamoja, ma la gente,
esasperata da troppi lutti e ruberie, gli ha sbarrato la strada. I tre
malcapitati dopo un sommario processo popolare, sono stati giustiziati.
Questo fatto, purtroppo, non mancherà di avere dolorose ripercussioni sul villaggio perché i karimojong hanno già promesso vendetta. Dopo pranzo, assieme a sr. Lea, saliamo sulla piccola collina che sovrasta la missione da dove si ha una bellissima vista di Morulem. Le capanne sono realizzate di fango e sterco di mucca rinforzato da una armatura di rami secchi mentre il tetto è di paglia. Attorno ad ogni nucleo abitativo c'è un recinto di pali e spine che funge da difesa. L' ingresso è una piccola apertura ricavata nella palizzata, che si supera solo mettendosi carponi.
Grazie suor Lea per tutto il bene che hai fatto e ti sei impegnata ancora a fare per la popolazione più bisognosa dell'Africa. Anche la nostra comunità parrocchiale ti ricorda spesso e rivolge preghiera a Dio per la tua lunga ed incisiva presenza nel territorio africano. In questo periodo di quaresima, abbiamo deciso per un aiuto concreto.....
Forza suor Lea...ti siamo vicini!!!