Martedì
29 giugno, in occasione della festività
dei ss. Pietro e Paolo: san Pietro è il
titolare della concattedrale feltrina
L’ingresso del Vescovo a Feltre:
grande festa di popolo
Monsignor Andrich ha ricordato
con commozione i suoi insegnanti
quando era allievo del Seminario
di Feltre
“Una
festa di popolo”: è così che si può
davvero definire la prima celebrazione
solenne nella concattedrale di Feltre da
parte del nuovo vescovo monsignor
Giuseppe Andrich in occasione della
festa di San Pietro, titolare della
chiesa.
Da
tutte le 41 parrocchie della zona
feltrina, giovani vecchi e bambini sono
convenuti in gran numero per dare il
loro benvenuto al nuovo Pastore della
diocesi, a cui faceva corona il clero
feltrino praticamente al completo.
Erano
presenti anche quasi tutti i sindaci
della zona, o loro rappresentanti,
assieme alle altre autorità civili e
militari.
Monsignor Andrich, da parte sua, ha
saputo toccare il cuore dei feltrini
rievocando nell’omelia gli anni passati
nel seminario di Feltre e le nobili
figure di sacerdoti feltrini suoi
educatori, per lo più scomparsi, da
monsignor Candido Fent a mons. Ernesto
Minella, a Monsignor Dante Cassol e a
tanti altri che il presule ha voluto
puntigliosamente elencare.
Il
costante riferimento alla gloriosa
storia religiosa e civile di Feltre ha
fatto da filo conduttore della
celebrazione, sia negli interventi
iniziali, del decano del capitolo
monsignor Giulio Perotto, e finale, del
sindaco Alberto Brambilla, sia nelle
parole del vescovo. Monsignor Andrich ha
espresso infatti la volontà di seguire
le orme del suo predecessore Savio nel
valorizzare al massimo il patrimonio
religioso e culturale feltrino
attraverso il potenziamento del
Santuario dei santi Vittore e Corona,
oltre che attraverso la realizzazione,
in corso, del nuovo Museo Diocesano
nello storico palazzo del vescovado
Vecchio di Via Paradiso.
All’offertorio sono stati portati
all’altare i prodotti tipici del
Feltrino, dalla birra di Pedavena, al
formaggio di Lattebusche, al vino dei
colli di Mugnai, oltre ad alcuni doni
simbolici.
I
canti delle cantorie delle parrocchie
cittadine, scelti in modo da coinvolgere
anche l’assemblea, hanno reso più
solenne la cerimonia ed hanno fatto
trascorrere in fretta le quasi due ore
di durata della celebrazione.
Un
abbondante rinfresco per tutti,
preparato magistralmente dai volontari
del quartiere Duomo, ha concluso la
serata, mentre il vescovo si
intratteneva
attività estive e invernali della
Villa Gregoriana di S. Marco d’Auronzo;
nelle ascensioni sulle nostre Dolomiti
con moltissimi ragazzi e giovani; nella
scuola bellunese, soprattutto
nell’Istituto Tecnico “Girolamo Segato”;
nell’Istituto di Scienze Religiose e
nella Scuola di Formazione Teologica. So
della presenza qui o in collegamento
televisivo di molte persone che mi hanno
conosciuto in questi ambiti diocesani:
insieme a tutti ringrazio il Signore per
aver avuto, nella tradizione della
nostra Chiesa, l’opportunità di crescere
e di aiutarci. Abbiamo insieme
sperimentato quanto sono importanti gli
itinerari formativi, l’attenzione ai
poveri, l’incidenza degli ambienti della
scuola e del lavoro soprattutto sui
giovani, il rispetto della persona umana
con particolare riguardo a chi è
disabile; abbiamo contemplato sulle
nostre montagne bellezze straordinarie
imparando non solo la salvaguardia del
creato, ma i modi per tonificare il
nostro spirito e per aiutarci nel
cammino insieme; ci siamo convinti di
quanto sia decisivo attrezzarsi
spiritualmente e culturalmente per avere
la vera vita, averla in abbondanza, per
noi e per gli altri.