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Lungamente
attesa, sperata, invocata con ardenti preghiere, Rita nacque, figlia tardiva
di anziani genitori, intorno al 1381 a Roccaporena, una modesta frazione
montana del comune di Cascia, nell'attuale provincia di Perugia. Anime
semplici e timorate di Dio, i genitori di Rita s'industriarono d'infondere in
questa figlia del miracolo i più vivi sentimenti religiosi, che
giganteggiarono ben presto nella piccina, sicuro presagio di futura santità.
Assoluta obbedienza al padre e
alla madre, faticoso lavoro quotidiano e costante sacrificio della propria
volontà caratterizzarono gli anni della fanciullezza e dell'adolescenza di
Rita, che, tutta infiammata d'amor di Dio, andava già aspirando alla vita
religiosa, in perfetta unione con il Divin Redentore. Promessa in matrimonio ad
un giovane del luogo, che l'aveva richiesta, un individuo brutale e violento.
Ma, opponendo dolcezza alla violenza, Rita riuscì col tempo a mansuefare la selvaggia natura
del marito ed a ricondurne l'anima a Dio. Dopo la perdita dei genitori, un altro grave lutto venne a colpire l'infelice Rita
con la morte del marito, che ora la venerava. A circa un anno di
distanza dall'uccisione del marito, morirono anche i due piccoli figli. Sciolta
da ogni legame terreno, Rita tornò a
vagheggiare il chiostro. Recatasi a Cascia, chiese di essere accolta nel
locale monastero delle Agostiniane di S. Maria Maddalena, ma venne respinta
per ben tre volte,
perché vedova. Entra prodigiosamente in convento, nel
1407, per opera dei suoi santi protettori, s. Giovanni Battista, s. Agostino e
s. Nicola da Tolentino, i quali, secondo la tradizione, l'avrebbero introdotta
nottetempo. Nel monastero Rita
condusse una vita di elevata santità, sublime nell'obbedienza, ardente nella
carità e nella pietà. Intensamente
devota della Passione di Cristo, supplicava fervidamente il
Divin Redentore di volerla esaudire; una spina della sua corona si conficcava nella fronte, producendole una profonda
piaga.
Logorata dalle sofferenze, dai digiuni
e dalle fatiche, ad un certo momento Rita fu costretta a restare continuamente
coricata nel suo povero giaciglio, in cui patì ancora alcuni anni prima che
Dio la chiamasse al premio eterno, il 22 maggio 1447.
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