ITA, da Cascia, santa santa Rita (clicca per ingrandire) sintesi della descrizione
  VITA  Ben pochi sono i dati certi della vita della celebre taumaturga casciana, quali emergono dalla recentissima pubblicazione curata dallo stesso monastero di S. Rita in Cascia: Documentazione ritiana antica.. Il processo del 1626 e la sua letteratura (Cascia 1968), dati che si riducono peraltro a situare la nascita della santa ai primi anni del pontificato di Urbano VI (1378-89) e la sua morte al 22 magg. 1447, dopo quarant'anni di vita claustrale e quindici da quando ricevette il doloroso favore divino della spina. Tutto quel che hanno scritto gli autori antichi e moderni intorno alla portentosa santa di Cascia si deve quindi alla tradizione, ma, poiché sotto ogni tradizione non manca mai il fondamento storico, riassumiamo anche noi in questa sede quanto su Rita ci è stato tramandato. Lungamente attesa, sperata, invocata con ardenti preghiere, Rita nacque, figlia tardiva di anziani genitori, intorno al 1381 a Roccaporena, una modesta frazione montana del comune di Cascia, nell'attuale provincia di Perugia. Anime semplici e timorate di Dio, i genitori di Rita s'industriarono d'infondere in questa figlia del miracolo i più vivi sentimenti religiosi, che giganteggiarono ben presto nella piccina, sicuro presagio di futura santità.  Assoluta obbedienza al padre e alla madre, faticoso lavoro quotidiano e costante sacrificio della propria volontà caratterizzarono gli anni della fanciullezza e dell'adolescenza di Rita, che, tutta infiammata d'amor di Dio, andava già aspirando alla vita religiosa, in perfetta unione con il Divin Redentore, di cui peraltro pregustava le delizie ogni qualvolta poteva ritirarsi nella solitudine dei minuscolo oratorio che si era formato in casa con il pieno consenso dei suoi pii genitori. Promessa in matrimonio da costoro, forse obbligati a farlo, ad un giovane del luogo, che l'aveva richiesta, e che gli autori descrivono come un individuo brutale e violento, Rita dovette adattarsi ad andare sposa, giovanissima, ad un uomo del quale, è detto, fu vittima e moglie, sopportando con eroica pazienza ogni maltrattamento, senza mai lamentarsi e senza risentimenti, sempre a lui obbediente al punto da chiedergli finanche il permesso di andare in chiesa.Ma, opponendo dolcezza alla violenza, remissività alla sopraffazione, Rita riuscì col tempo a mansuefare la selvaggia natura del marito ed a ricondurne l'anima a Dio, e gioì con lei di tale cambiamento anche il villaggio di Roccaporena, che per anni aveva dovuto assistere alle sue ribalderie, compiute per passione di partito o per vendetta. Dopo la perdita degli attempati genitori, un altro grave lutto venne a colpire l'infelice Rita con la morte del marito, che ora la venerava, assassinatole da chi, da lui offeso in passato, non aveva saputo perdonare e dal medesimo assalito e colpito proditoriamente una sera, in contrada Vigne di Collegiacone, a poco piú di un km. da Roccaporena, mentre tornava a casa da Cascia. A circa un anno di distanza dall'uccisione del marito, morirono anche i due piccoli figli di Rita, che il Signore, ascoltando la prece della loro pia madre, volle riprendersi innocenti, prima che la vendetta contro l'assassino del padre ne macchiasse l'anima. Sciolta da ogni legame terreno, sia pure a prezzo di tanto dolore, Rita tornò a vagheggiare il chiostro, suo antico sogno, e verso di esso poté finalmente dirigere i suoi passi, recandosi a Cascia per chiedere di essere accolta nel locale monastero delle Agostiniane di S. Maria Maddalena,  da cui venne tuttavia respinta allora ed altre due volte in seguito, perché vedova, ma dove riuscì alla fine ad entrare prodigiosamente, nel 1407, per opera dei suoi santi protettori, s. Giovanni Battista, s. Agostino e s. Nicola da Tolentino, i quali, secondo la tradizione, l'avrebbero introdotta nottetempo nel convento. 

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