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Proposizione 1
La situazione della Chiesa di
Belluno-Feltre - similmente a quella dell'intera Chiesa italiana -
provoca un cambio di prospettiva pastorale: da uno stile che mira a
coltivare la fede già sociologicamente in atto, ad uno stile missionario
che propone la fede in termini di primo annuncio; dalla cura della fede,
quindi, alla proposta della fede che, nell'amore, proclama "Tu non
morirai mai". Il primo annuncio si inserisce all'interno
dell'evangelizzazione nel senso più ampio, ma possiede caratteristiche
proprie: Ha per oggetto il Cristo crocifisso, morto e risorto, in cui si
compie la piena e autentica liberazione dal male, dal peccato e dalla
morte; ha per obiettivo la scelta fondamentale di aderire a Cristo e
alla sua Chiesa (Questa è la nostra fede, 6). Si tratta di un annuncio
esplicito del cuore del Vangelo, trasmesso con linguaggi diversi, ma
certo segnati dalla gioia, dal fervore, dall'entusiasmo propri dello
spirito missionario che impostala sua opera non sul "devono venire", ma
sul "dobbiamo andare". Ha una radice ben chiara, strutturata ed
esemplare nel Nuovo Testamento stesso e in molteplici esperienze
ecclesiali attuali. Questa assemblea sinodale chiede che il primo
annuncio diventi stile e scelta di tutta la nostra Chiesa di
Belluno-Feltre, chiamata oggi dal Signore ad un permanente stato di
missione. Riguardai catecumeni adulti in aumento, gli adulti battezzati
che desiderano riprendere in modo maturo la loro fede, i ragazzi che
ricevono i sacramenti non hanno più alle alle loro spalle famiglie
praticanti attraversa tutti gli ambiti della pastorale.
Approvata
Proposizione 2
La situazione annuncio e di nuova
evangelizzazione chiede alla nostre comunità parrocchiali di aprirsi a
percorsi formativi nuovi grazie ai quali generare o confermare la fede.
Il Sinodo riconosce che ogni età e ogni settore per la vita cristiana
possano essere interessati da progetti sperimenta E' opportuno che la
scelta di mettersi in sperimentazione passi per il Consiglio Pastorale
Parrocchiale e riceva l'approvazione del Vescovo. Possibilmente
coinvolga più parrocchie di una stessa forania o zona pastorale.
Verifiche in itinere e al termine di un ciclo sono necessarie per
permettere una valutazione sull'efficacia in sé dell'esperienza e sulla
possibilità di estenderla al resto della Diocesi pur con opportuni
adattamenti.
Approvata
Proposizione 3
Ogni comunità parrocchiale (o unione di
parrocchie), possibilmente in collaborazione con le altre comunità
cristiane presenti sul territorio, predisponga opportunità aperte a
tutti i fedeli per ascoltare, meditare il testo biblico. Ogni cristiano
della Diocesi di Belluno-Feltre prenda coscienza di essere chiamato a
vivere la santità nel quotidiano. Sia incoraggiato dalla luminosa
presenza spirituale dei nostri conterranei dei Quali è in corso la causa
di canonizzazione, i servi di Dio Romano Bottegal, Padre Felice
Cappello, Don Albino Luciani Papa Giovanni Paolo I, La testimonianza
della vita religiosa o consacrata è già per sua natura annuncio, quando
si esplica in comunità radici di coscienza. Una via importante può
essere la presenza di una comunità monastica aperta. Si creino le
condizioni per poter accogliere nella nostra terra una comunità
monastica che sia punto di riferimento per quanti, pur cercando Dio, non
si sentono di cercarlo in parrocchia.
Approvata
Proposizione 4
Le comunità abbiano nell'Eucaristia
domenicale la fonte di ogni loro attività e interesse. La Domenica è il
giorno del Signore e tutto dev'essere segnato dalla presenza del
Risorto. Per aiutare i fedeli a vivere nello spirito di festa il giorno
del Signore e rendere la liturgia coinvolgente si formi, dove è
possibile, il gruppo liturgico, che curi e coordini la preparazione
della celebrazione eucaristica nei vari aspetti. Si abbia cura di
condividere il banchetto eucaristico con gli infermi, abilitando alcuni
laici a questo ministero. Le famiglie vengano coinvolte, organizzando
momenti per loro con uno stile gioioso di festa. In questo giorno la
famiglia unita si riservi un tempo di preghiera e si coinvolga in gesti
di carità, in modo da sottolineare la continuità tra celebrazione e
vita. Il giorno del Signore chiede di essere valorizzato in tutte le sue
dimensioni, salvaguardando tradizioni dalle radici profonde, grazie alle
quali il vivo senso comunitario della Domenica è giunto fino al presente
ed esperienze pastorali nuove adatte alle mutate circostanze. Meritano
di essere conosciute, proposte e confrontate in modo da diventare
patrimonio comune.
Approvata
Proposizione 5
Si chiede a Vescovo, presbiteri e diaconi
di curare il ministero della Parola in tutte le sue forme: l'omelia
domenicale preparata accuratamente. Essa deve condurrei fedeli a
rinnovare l'atto di fede. Per questo unisca allo stile sapienziale della
catechesi anche la profondità e il coraggio della profezia; si eviti il
lessico didattico o specialistico del professore o del teologo, così
come le espressioni meramente devozionali, senza scadere nel linguaggio
puerile; l'omelia non abbia paura di abbracciare esempi tratti
dall'attualità, ma non esca dal peri-metro dei temi che la Parola di Dio
suggerisce; abbia a modello le parabole di Gesù. Il messaggio da dare
sia concentrato nell'omelia e non diluito in interventi durante la
celebrazione. Possibilmente l'omelia non sia solo frutto di ricerca
individuale, ma nasci anche da un confronto con fedeli che, con il
sacerdote, si sono confrontati sul testo sacro
Approvata
Proposizione 6
Il Sacramento della Riconciliazione è
talvolta vissuto in modo individualistico, formalistico, meccanico e
abitudinario. Siamo convinti che un recupero della frequenza alla
riconciliazione è legato alla presa di coscienza della propria debolezza
strutturale e della grazia donata dal sacramento. Si favoriscano quindi
nei tempi forti dell'anno liturgico e in altri passaggi significativi
della vita celebrazioni penitenziali comunitarie, in cui sia annunciata
la misericordia di Dio partendo dalla Sua Parola. Sia proposto un esame
di coscienza che, aiuti i fedeli a prendere coscienza della dimensione
personale e comunitaria del peccato; ad esso seguiranno eventualmente le
confessioni individuali. Queste 'ultime siano celebrate in ambienti
dignitosi e riservati con la presenza di più presbiteri, e un momento
comunitario di ringraziamento e di lode. Per favorire l'annuncio della
parola «Mia si pubblicato nelle chiese Cattedrale e Concattedrale un
calendario con la disponibilità dei confessori alla celebrazione della
penitenza e alla direzione spirituale.
Approvata
Proposizione 7
E’ soprattutto nei vari ambienti di vita
che i laici possono raggiungere quanti sono in attesa dell'annuncio
cristiano: nel mondo degli affetti, del lavoro, del tempo libero,
dell'attività politica, economica, sociale e culturale e della scuola.
Le aggregazioni laicali (Associazioni e movimenti), dono dello Spirito
alla Chiesa, siano all'interno della parrocchia il più possibile accolte
e sostenute, come luogo di formazione alla fede e soggetto di annuncio
evangelico.
Approvata
Proposizione 8
In particolare, l'Azione cattolica sia
promossa per la sua dedizione stabile alla Chiesa diocesana e la sua
collocazione all'interno della parrocchia (Il volto missionario delle
parrocchie in un mondo che cambia, n. 11).
Approvata
Proposizione 9
L'annuncio del Vangelo, compito proprio
di ogni battezzato, deve percorrere anche la via della scuola, luogo in
cui talora si desta e in cui comunque si tiene viva la domanda di senso
perla propria vita; la via dei giovani attraverso la testimonianza
semplice e diretta dei giovani stessi, dei loro formatori ed educatori.
L'annuncio del Vangelo, non da ultimo passa anche all'interno della
grande via della cultura, della bellezza e dell'arte, sulla scia delle
iniziative promosse negli anni recenti nella Chiesa locale.
Approvata
Proposizione 10
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Chiediamo alla Diocesi di presentare il
Rito di Iniziazione Cristiana degli Adulti (=RICA) in sussidi e
itinerari adatti alla variegata situazione bellunese-feltrina. In
Diocesi o nelle zone un'équipe, coordinata da un presbitero, sia
incaricata di accompagnare i catecumeni adulti; si valuti la possibilità
di celebrare il battesimo degli adulti nelle parrocchie di appartenenza,
per il riscontro pastorale che un evento di questo tipo provoca. Si
abbia tuttavia cura che i singoli catecumeni siano presentati al Vescovo
e che le tappe previste dal rito di iniziazione siano rispettate nei
tempi e nei modi.
Approvata
Proposizione 11
Per quanto concerne il battesimo dei
bambini si propongano itinerari di formazione per i genitori a livello
foraniale, per comprendere in profondità il gesto che fanno vivere al
loro figlio. E una preziosa opportunità data ai genitori per riscoprire
la bellezza del dono di quella fede che si impegnano a trasmettere ai
loro figli conti battesimo. Si auspica che questi itinerari di
formazione siano guidati da persone appositamente preparate a questo
ministero, specialmente coppie. Anche nei casi in cui il cammino di
preparazione è vissuto individualmente con il sacerdote, ci sono ricche
possibilità di evidenziare l'aspetto comunitario che non vanno lasciate
cadere. Per dare risalto alla dimensione comunitaria del sacramento, e
perché in modo tangibile i fedeli possano conoscere i nuovi membri della
comunità parrocchiale, la celebrazione del battesimo dei bambini avvenga
di norma in giorno di domenica nelle chiese parrocchiali, e sia
collocata preferibilmente durante la S. Messa, quando la comunità
cristiana è meglio rappresentata. Questa è l'opzione preferenziale che,
nelle attuali circostanze, non deve essere intesa come una regola
rigida.
Approvata
Proposizione 12
Il Sinodo riconosce serie difficoltà
oggettive ad indicare un'età esatta perla Cresima. L'età della
preadolescenza non offre sempre, nell'attuale contesto storico, le
condizioni più adatte per impartire il Sacramento, quindi si auspica un
ripensamento dell'impianto dell'iniziazione cristiana con l'introduzione
di percorsi differenziati, nei quali la Cresima sia vissuta come dono e
vita nuova nello Spirito del Risorto.
Approvata |