Uno sguardo  importante

clicca per ingrandire 4444 gradini.

 Da tanto tempo desideravo  vedere un curioso Guines realizzato a pochi chilometri da  qui:la più lunga scalinata del  mondo  con 4444 gradini o scolpiti nella roccia o in selciato; da Valstagna  di Valsugana sale fino all’altipiano di Asiago. Accanto ad essa  scorre una canaletta lastricata che serviva a  far scorrere il legname pregiato dai boschi cimbri sino al Brenta sulla via di Bassano  per essere venduto senza dogane e dazi.

 Sul dirupo, all’inizio della ingegnosa  scalea mi è venuto  spontaneo paragonare quell’opera  agli interminabili gradini della vita che noi percorriamo purtroppo non sempre salendo spesso  tentati, come i tronchi, di scendere a valle. Che è anche più comodo

 

 Il Cristo de la Vega.

 Che ci pensiamo o no, se la vita ha un senso, noi procediamo verso l’incontro con Dio che avverrà attraverso Cristo. E’ Lui, vertice della piramide del creato,che ci viene incontro specie in taluni momenti della vita.

 Tra i vecchi libri che riposano sullo scafale uno racconta la storia  d’un antico crocifisso: il Cristo de la Vega. La gente s’accorge di quando in quando che la croce rimane vuota: il Cristo  invece  viene intravisto qua e là a rinfrancare o assistere malati o caduti in guerra o persone sole o bisognose. Quando il libro mi cade sottocchio rileggo qualche brano che mi richiama luci del passato. Trovo normale che Egli ripeta queste presenze  anche oggi. Egli è presente accanto agli anziani più soli che ascoltano Radio-Maria o seguono devotamente la messa in TV. Dà conforto a chi tenta di salire la china troppo facilmente percorsa in discesa. E’ stato sicuramente accanto a Ciccio e a Tore in fondo al pozzo della morte. Rincuora Isabella rimasta sola e col cuore a pezzi. Incoraggia con la sua presenza Luca che trova difficoltà ad inserirsi nel gruppo dei coetanei  e sente il peso dell’ambiente tentato  di scegliere una via breve per non pensarci anche se conosce l’abisso che lo attende…. Rincuora interiormente l’anziano don Marcello che nell’inconscio timore, immobile a letto, tira il lenzuolo fino al mento. E’ presente per tutti anche per chi non lo invoca.

 

Una certezza sperata.

Quanto s’è detto e scritto sul volto (com’era?) e sullo sguardo di Cristo!.In questi ultimi anni mi sorprendo a delinearlo nella mia fantasia:ogni tanto aggiungo qualche tassello: immagino ch’Egli sia di una bellezza e di una dolcezza infinite.

 Vorrei tanto che ci allenassimo a scoprire con stupore la bellezza, nella natura primaverile che si sta pavoneggiando, nelle immagini frequenti che ci giungono da ogni parte del mondo, negli occhi  tersi dei bimbi, nelle opere d’arte ( ma quelle vere!), visitando qualcuna delle oltre centomila chiese d’Italia o nei suggestivi santuari incastrati nei luoghi più attraenti, ma anche nei ricordi intimi del nostro passato. Anche la lettura personale del Vangelo ha i l suo fascino e suscita curiosità ed interesse. Ci aiuterà a riconoscere  Cristo.

 Non sono un patito dei teologi specie quando parlano “difficile” ma qualcuno riesce a far pensare anche i tipi più distratti. Uno di essi  prospetta l’incontro decisivo con Lui (Boros-Esistenza  redenta) “Ogni uomo ha la possibilità di incontrare il volto di Cristo risorto, di vederLo personalmente, persino i pagani, persino miliardi di uomini che non hanno sentito parlare di Lui, persino i cristiani divenuti pagani, persino quegli uomini che son rimasti bambini dal punto di vista religioso e morale. –ma, attenzione- ciò che noi vogliamo  essere in futuro, dobbiamo cominciare ad esserlo nel presente”. Non è esercizio facile ma non esiste che un solo mezzo per capirci qualcosa: iniziare e proseguire il cammino.

 

E come?

Un mondo di giusti e di buoni non esiste. In realtà il cuore dell’uomo è una belva, una belva selvatica che neppur Cristo è arrivato del tutto ad addomesticare.

Pasqua è  sentirsi incapaci di migliorarci da soli e di sperare che Qualcuno ci aiuti.

Un po’ come il giovane pastore Manoliò che per prepararsi ad impersonare Cristo  in una rievocazione della passione e per immedesimarsi meglio in Lui intagliava in un pezzo di legno il Suo volto e mano a mano che si avvicinava il grande giorno “era tutto teso in una contemplazione ansiosa. fissava in  fondo al cuore una figura  serena, silenziosa,tutta bontà e malinconia”.(Thedorakis-Cristo di nuovo in croce).

E’ questione di fiducia e di buona volontà.

Se riusciamo ad incontrarLo, tutto sarà diverso e vivremo una Buona Pasqua.

                                                                                   Don Luigi

  indietro indice bollettino marzo 2008   avanti pagina 2