Tanti anni fa

Da Castion...

19 giugno 1963 a Castion (clicca)In un pomeriggio di fine giugno di 45 anni fa, distesi sul pavimento davanti all'altare della parrocchiale di Castion eravamo presi dal clima sacrale della nostra ordinazione sacerdotale mentre i presenti a squarciagola chiamavano a raccolta tutti i santi e le sante del cielo a vigilare su di noi entusiasti con gioia e timore. Ricordo che pregai il Signore di non farmi rialzare e di lasciarmi lì stecchito piuttosto che venir meno all'ideale atteso. Ma forse il Signore era frastornato dal canto o, forse, sapeva che quel nostro gesto valeva bene una vita. So che non sarà necessario; semmai glielo ricorderò quand'Egli si manifesterà definitivamente. Poco più di un mese dopo è iniziata la magnifica avventura nella quale si son mescolati, in un continuo mutare di paesi, persone, incontri, scontri, speranze e fallimenti attraversata da indicazioni e messaggi più o meno azzeccati di chi guidava la navicella. Il Grande nocchiere era l'unico che che sapeva bene le cose e non è escluso che si sia divertito a guardare i nostri ingenui tentativi di raddrizzare le Sue vie.

Oltre che nella mia parrocchia d'origine ho avuto la fortuna di vivere abbastanza a lungo in altre comunità a contatto con uomini e donne, piccoli ed anziani, saggi e svitati. Un campionario umano davvero impressionante che mi ha arricchito e mi ha coltivato la gioia di vivere.

 Carrellata.

Mezzo secolo è trascorso dai travolgenti e chiassosi incontri con i giovani che mi hanno dato la certezza che sotto la scorza apparentemente inscalfibile degli adolescenti bollono ideali e speranze, dubbi e paure che anche noi abbiamo avuto.

Ad Auronzo s'è aperta l'attenzione ai problemi sociali (scuola, sport, salute, spettacolo) e l'esigenza ad aiutare i più piccoli ad entrare nella vita; la ricerca religiosa affiorava spesso sofferta ed alternata a momenti di apatia ed ignavia; il mondo aveva incominciato a girare più velocemente.

Ampezzo  fu una cucina surriscaldata dal denaro e dal mondo dello spettacolo ma anche dal legame delle tradizioni familiari e religiose e caratterizzata dall'apertura al mondo ed alle culture più disparate che si incontrano in quel suggestivo angolo della natura.

Venne popolo Rivamonte di cui fui anche il primo parroco, a distanza rimangono vive le vicende dio quei tredici anni, le persone. le realizzazioni ed i progetti per il futuro di un paese di montagna che che stava decrescendo demograficamente a vista d'occhio. I ragazzi di allora hanno già bambini da accasare e molti nonni riposano in pace.

Pronosticato per Valle di Cadore finii invece ad Antole-Sois. ove con l'aiuto di molti, anche tra i giovani, trascorremmo dodici anni sforzandoci di modernizzare strutture e mentalità. E'stato bello pur con remore e fallimenti prima di approdare-chissà perché? - in Alpago dove un po’ alla volta ho apprezzato l'accoglienza di quella gente, e i suoi valori umani cogliendo anche una latente ricerca religiosa sotto lo sguardo dei parroci locali intenti a far del loro meglio. Ho incontrato tante persone squisite e generosamente attive specie nel settore sociale. Da esse ho avuto sostegno ed incoraggiamento nei momenti difficili.

Poi c'è stato il rientro a Belluno: davvero non ci tenevo ma così s'è completato il ciclo geo-temporale.

Le persone che ho incontrato in questi anni mi spingono a ringraziare il Signore pur col timore di non essere sempre stato all'altezza del delicato compito ed un proiettore sbiadito ed opaco della Sua iridescente immagine.

 Un sogno.

Giovane alunno sognavo con entusiasmo un futuro nel quale seminare con semplicità il Vangelo tra le persone e di vivere con loro sforzandoci di migliorare

sè stessi ed anche un pò il mondo. Non ho mai fatto progetti di carriera supponendo che nel vangelo non esiste. Quando cambiavo comunità sentivo il bisogno di rinnovarmi.

Ho sempre pensato che la Bibbia è la via maestra per camminare verso Cristo; vediamo cosa inventerà in proposito il prossimo sinodo dei vescovi.

Ho avuto un insegnante che mi ha fatto capire che la gente ha bisogno di cose semplici e di prediche non troppo lunghe: Lui c'è riuscito fino ad essere papa.

Da anni penso che sarebbe bello essere si, parroco di tutti ma seriamente sacerdote solo per alcuni che senza pretendere d'essere perfetti si sforzino di vivere il vangelo.

E i sacramenti son per le persone, non viceversa sennò povero vangelo! Non basta dire che la chiesa è vicina alle persone con difficoltà familiari; bisogna sforzarsi di cercare e di trovare qualche via per aiutarle sul serio: ne vanno di mezzo i figli e la loro educazione religiosa.

Non sono mai stato un patito sostenitore del cardinal Martini ma vedo con interesse le cose che scrive oggi guardando a ritroso la sua vita:" Ci piace di più l'applauso del fischio, l'accoglienza della resistenza....Beate quelle diocesi dove non esistono lettere anonime... Si cerca di dire quello che piace al superiore... Perché un altro ha avuto quello che spettava a me?"... Cose simili le scrisse 50 anni fa don Lorenzo Mllani e venne segregato; Rosmini, prossimamente beato, le espose 150 anni fa e fu condannato.

Lungi dal pormi a quei livelli ho rilevato in questi anni che

l'anticlericalismo esiste perché c'è ancor troppo clericalismo. Ormai non mi attendo più chissà quali grandi sovvertimenti. Però continuo a sognare che qualcosa accadrà. Perché in tutti questi anni , anche se talora mi son proprio sentito un povero cagnolino di cui Lui si é servito, ho imparato e capito che Lui é meraviglioso e che le sue strade son inattese.

don Luigi

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