Estate: non solo vacanze

 

 

 dai "suoi" GIOVANI

Caro don Claudio,

una notizia è piombata inaspettata su di noi. Eravamo tutti lontani, in città diverse, persino all’estero. Chi al lavoro, chi all’università, ad ore diverse di quel giorno un cellulare è squillato, un messaggio è arrivato, e subito qualcosa si è risvegliato in noi, come un’eco di un passato, e ci siamo cercati l’un l’altro in cerca di conferme. Era vero?

I momenti di speranza si sono presto infranti alla luce di quella parola: valanga. Ci hai lasciati confusi, attoniti, increduli: da un momento all’altro non c’eri più.

è incredibile, ma ancora una volta sei tu a farci ritrovare nei momenti importanti: è sempre stato così. Un gruppo strano il nostro, fatto di persone tanto diverse, ognuno con impegni e interessi dissimili, qualcuno che veniva da “lontano” e non sempre poteva esserci. Eppure c’erano le occasioni importanti, i “punti fermi” a cui non mancavamo mai, e quando l’urgenza si faceva più stretta, il compito più difficile, ecco che davamo il meglio. Sei stato tu a insegnarcelo: quante sfide ci hai lanciato, dandoci fiducia e responsabilizzandoci. Quante volte non sapevamo neanche da dove iniziare, ma a te non piacevano le cose semplici. E avevi ragione! Proprio così sei riuscito a far emergere il meglio da ciascuno di noi, con il sorriso e una frase di incoraggiamento sempre pronta. Eppure lo sapevamo che tu vegliavi su di noi...in tutti i sensi! Ci guardiamo ridendo al ricordo delle tue ronde notturne in bicicletta al villaggio San Paolo, negli anni del camposcuola. …Ma quando dormivi?? La tua presenza era una certezza, eppure riuscivi a non limitarci nella nostra libertà di scelta, e anche nei rimproveri sapevi essere autorevole, ma paterno… e talvolta anche un po’ ironico!

L’ironia, lo spirito di organizzazione, il tuo attivismo: come riuscivi a entrare come una folata di vento e a dare vita anche alla più spenta delle discussioni? Come facevi a prendere la riflessione di circostanza del più svogliato dei ragazzi e farla diventare qualcosa di sensato e originale? Come riuscivi ad arrivare alle persone trovando di volta in volta il modo più adatto per ciascuno? Davvero eri un conoscitore dell’animo umano… ti bastavano poche parole e uno sguardo attento per capire la persona che avevi di fronte!

I ricordi continuano ad affiorare… La macchina fotografica sempre a portata di mano. Le didascalie “ad effetto” con cui commentavi le foto sul bollettino parrocchiale. Le favole che insieme agli auguri raggiungevano le nostre case ad ogni Natale. I viaggi “indimenticabili” a bordo della tua macchina! Il tuo pendolarismo Cavallino – Borgo Piave che ci consentiva di avere in serata quel microfono dimenticato in canonica. Le camminate in montagna alla ricerca della natura più bella (anche se più lontana). Il saluto gioioso ad ogni incontro.

Cos’altro? Le tue omelie al tempo stesso originali, semplici e profonde. Chi altri poteva usare come figura retorica…il beauty case? Omelie che sono riuscite a rendere persino un funerale meno doloroso, facendoci sentire all’uscita più sereni.

Le tante idee e iniziative che lanciavi, ma nel contempo accoglievi e valorizzavi, facendole apparire importanti e mai banali.

Le meraviglie della natura che ci hai mostrato e che ci hai insegnato ad amare.

Vogliamo ricordarti in quell’ultima sera del nostro ultimo campeggio al mare, in cui, seduti in cerchio attorno al fuoco, ci hai fatto ammirare le stelle, facendoci provare quelle emozioni struggenti che solo un contesto di una natura tanto vicina, amicizie forti e aspettative per il futuro possono evocare.

I tuoi insegnamenti e i ricordi di te ci accompagneranno sempre. Aiutaci ancora ad affrontare ogni momento e difficoltà della vita con il tuo stesso entusiasmo e con il sorriso. Grazie, don Claudio.

Gli animatori di Borgo Piave, generazione 1980 - 1988

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