Ogni anno la
preparazione dell’animazione alla Via Crucis a San Rocco ci fa
incontrare ed approfondire una delle stazioni quaresimali,
questa volta Gesù nel Getzemani. E ogni anno scopriamo qualcosa
di nuovo, di intenso, di inaspettato. La storia è la stessa da
quasi 2000 anni, ma lo spirito con cui ci si avvicina a Gesù è
sempre diverso, scandito dalla quotidianità di ognuno,
dall’ispirazione dell’altro, dallo stato d’animo di tutti.
Daniela sceglie di attingere dal Vangelo di Matteo, simile anche
Marco, Luca in questo brano forse un po’ più scarno, mentre
Giovanni non ne parla direttamente. Cerchiamo di entrare
nell’animo di Gesù in quel momento.
Egli sa
perfettamente cosa lo attende: la cattura, il processo, la
condanna, la croce. E viene colto da una tristezza infinita,
angosciante. Ma è l’uomo Gesù che pensa a se stesso? Certo, ha
paura, ma in questo momento si sta facendo carico del dolore di
tutta l’umanità.
In questo momento
per noi Gesù è un operaio che ha perso il lavoro, angosciato dal
pensiero di non farcela a mantenere la sua famiglia; è un
bambino al quale viene negata l’infanzia, costretto a lavorare
per sopravvivere. È una ragazza che si lascia ingannare dalle
lusinghe di una vita migliore e finisce in una strada, venduta.
Gesù malato incurabile, Gesù povero, mendicante. È una persona
come noi, che ha perso un famigliare, un amico, e non riesce a
trovare consolazione.
E da uomo, in
tutta la sua fragilità, chiede al Padre di allontanare da lui
quel calice. Anche noi spesso vorremmo che la sofferenza, la
paura e la tristezza ci lasciassero in pace.
Anche a noi piace
avere qualcuno vicino nei momenti tristi e difficili, tutto ci
sembra più sopportabile, ma quella sera qualcuno dormiva...
“Così non siete stati capaci di vegliare un’ora con me?” dice
Gesù a Pietro. Ma noi siamo capaci di vegliare? Non siamo spesso
indifferenti alle brutture del mondo? Non ci nascondiamo forse
dietro a un alibi di impotenza per pensare solo a noi stessi?
Ma poi Gesù
aggiunge: “ma non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Sia fatta
la tua volontà, dunque, mi affido a te, mi fido di te. E si
abbandona fra le braccia del Padre. Ma noi siamo chiamati a
vegliare e a pregare, dice Pia, Gesù pregava continuamente il
Padre. Così leggiamo la preghiera di Gesù, dal Vangelo di
Giovanni, così accorata, profonda. Mi colpiscono le parole “io
in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo
sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me”.
Un Dio che ci ama a tal punto da sacrificare suo Figlio per la
nostra salvezza.
È stato un
bell’inizio di quaresima, a volte non ci si ferma per pensare...
forse per noi questo è un po’ il mistero della fede, la Pasqua
che viene, il figlio di Dio, uomo come noi, abbandonato,
fragile, deriso, umiliato, che risorge.
Silvia |
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