Nel sito, ove ora si trova una piccola fontana di ghisa, nel
1584 fu eretta una pubblica fontana, per venire incontro alle esigenze
della popolazione del Borgo, che fino allora aveva utilizzato per il
proprio fabbisogno, alcuni pozzi scavati negli orti, e l'acqua della
Piave.
La fontana non dovette funzionare troppo bene: lo sta a dimostrare
l'appellativo datole di «Fontana secca», motivo che darà il nome alla
contrada.
Nel
1671, con delibera del 28 febbraio, il Maggior Consiglio darà facoltà ai
Consoli di rifare i condotti dell'acqua, ma l'intervento non darà i frutti
sperati.
Nel
1768 la fontana sarà demolita e trasportata in via S. Lucano, dove, in seguito
a ristrutturazione dei fabbricati adiacenti, andrà perduta.
L'attuale
fontana in pietra, disegnata dal Segusini, posta nel luogo chiamato «la Krosera»,
fu eretta dal Comune nel 1885. Venne anch'essa costruita per venire incontro
alle necessità della popolazione, e precisamente in seguito all'epidemia di
colera, che in quello stesso anno colpì la città ed in particolare il Borgo
della Piave; infatti, i suoi abitanti usavano ancora l'acqua dei pozzi e della
Piave per il loro fabbisogno.La
maggior parte delle case del quartiere risalgono al XV e XVI secolo, ed alcune
portano sulla facciata affreschi di un certo interesse. I
fabbricati, di un'architettura spesso spontanea, vincolata a spazi e confini ben
precisi, che nulla tolgono all'armonia delle costruzioni, sono quasi sempre
ornati da finestre, davanzali e architravi in pietra lavorata di Castellavazzo:
questi ultimi, il più delle volte, portano scolpito il monogramma di Cristo, la
data di costruzione e il «segno» della famiglia. Le
case tutte, e non solo le più importanti, sono minuziosamente ritratte con
tanti particolari architettonici, cortili, orti, corpi aggiunti, comignoli, e a
quasi tutte si potrebbe dare un nome.La
strada che porta al ponte passa davanti alla chiesa di San Nicolò (voluta da
Nicolò Cursore nel 1361) e al corpo di guardia all'inizio del ponte, che si
vede nel dipinto, con le sue forti «arke» e la sua alta balaustra, posto a
vigilanza dei porto e delle sue innumerevoli mercanzie ivi depositate.
Detta
strada, che ben si potrebbe chiamare «strada regía», al pari della consorella
che calava da Rivizzola al Prà, nell'altra parte del promontorio, passando il
ponte della «Paglia» sull'Ardo, risaliva, e portava in Cadore. Erano,
e sono state, le strade degli eserciti: quella della Piave, per la sua grande
importanza, e specialmente per il suo ponte (eterno travaglio dei nostri avi),
era la prima ad essere interrotta, e presidiata.
IL
PIAVE, I PONTI, GLI ZATTIERI La prima notizia dell'esistenza del
ponte in legno sulla Piave risale al 1388, quando la città inviava una supplica ai Carraresi, affinché questi
intervenissero a sollevarla dai numerosi impegni ai quali doveva far fronte
urgentemente, fra tutti il più importante la ricostruzione del ponte in legno
asportato dalla furia della Piave. Ciò
fa pensare che detto ponte non fosse il primo, certamente, ad unire le due rive.
Alla
fine del '600, il Borgo di San Nicolò ci appare alquanto ingrandito. |
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