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La relazione, che dipende da un'unica fonte quasi
coeva agli avvenimenti, è arrivata fino a noi in due redazioni: una più lunga,
divisa in nove lezioni per la recita dell'Ufficio del 22 dicembre, anniversario
della traslazione, e conosciuta coi titolo di Acta Translationis Isidori; un'altra
più breve, è trasmessa dal Chronicon, detto Silense, del sec.
XII, e fu redatta probabilmente a Leòn, forse nella stessa basilica dove
riposano le spoglie del santo. Da queste fonti si apprende che il re di
Leòn, Ferdinando I° e sua moglie Sancia desideravano ampliare una chiesa di
Leòn,
dedicata a san Giovanni Battista, e destinata a diventare mausoleo reale. Nell'estate
del 1063 le truppe vittoriose dei re erano arrivate fino ai domini del re taifa
di Siviglia, Almotadid, il quale scongiurò il pericolo impegnandosi a pagare al
re Ferdinando un forte tributo e a consegnargli le spoglie della martire santa
Giusta. Il re di Leòn spedì allora a Siviglia una ambasceria, presieduta dal
vescovo della capitale, Alvito e da quello di Astorga, Ordono. Arrivati a
Siviglia i messi, non avendo trovato il corpo della martire, si misero a
pregare. Durante la notte Isidoro apparve al capo della legazione,
comunicandogli essere volontà di Dio che fosse il suo corpo e non quello di
santa Giusta, ad essere trasferito a Leòn; nello stesso tempo gli comunicò
come identificare il luogo del suo sepolcro.Il 21 dicembre 1063 fu consacrata la
nuova basilica, che fin d'allora porta il nome di San Isidoro, e il giorno dopo
si celebrò la festa della traslazione. Le spoglie furono deposte in un'arca
d'argento con rilievi in cui sono rappresentate scene bibliche e con fodere di
seta ispano-arabica.
ULTIMA
DIMORA DEL PATRONO DI INTERNET Durante il Medioevo Isidoro fu venerato come un grande
taumaturgo che ogni giorno compiva dei miracoli presso il suo sepolcro a Leòn,
dove affluivano fedeli e pellegrini giunti da tutta l'Europa, per il
pellegrinaggio a Compostella; era considerato inoltre come un eroe, che
proteggeva ed aiutava le truppe di León nella guerra contro i musulmani. Così,
secondo la tradizione, san Isidoro annunciò a Alfonso VI la presa della città
di Toledo e aiutò Alfonso VII nella conquista della città di Baeza, dove
apparve al re combattendo a cavallo. In segno di gratitudine, il re fece
ricamare uno stendardo, su cui Isidoro è rappresentato così come il re l'aveva
visto in sogno, fondando una Confraternita o Ordine militare per custodire
questo stendardo, che fino al sec. XV era sempre portato nelle battaglie.
Isidoro aiutò anche Ferdinando II ad espugnare Ciudad Rodrigo, Alfonso IX a
prendere Mérida e Ferdinando III a conquistare Siviglia.Presso il suo sepolcro
venivano emesse le sentenze nei giudizi, secondo il Fuero juzgo, cosa che nel
sec. XV fu proibita come pratica superstiziosa. Sin d'allora il consiglio
comunale si reca tutti gli anni alla basilica nella seconda domenica di Pasqua,
per offrire un cero di undici chili, con una cerimonia conosciuta con il nome di
Las Cabezadas, per i molti inchini e riverenze che intercorrono tra i canonici
della basilica e gli assessori del comune, secondo un complicatissimo e
puntiglioso protocollo medievale. San Isidoro è il patrono principale
dell'antico regno di Leòn e la festa si celebra nella diocesi legionense col
rito di prima classe; ma, coincidendo quasi sempre il 4 aprile con il tempo di
Quaresima o con la settimana santa, la solennità esterna è trasferita alla
domenica seconda dopo Pasqua. Le spoglie di Isidoro hanno ad immemorabili il
privilegio di servire da supporto al Santissimo Sacramento in permanente
esposizione solenne, per cui il tempio non si chiude mai, né di giorno, né di
notte, ed è frequentato dai fedeli a tutte le ore.
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