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FONTI
Sebbene
documenti che attestano il suo culto siano antichi e sicuri, molto incerte sono
le notizie sulla sua persona ed il tempo del suo martirio. Per
l'anno di morte l'autore della passio, raccogliendo certamente una tradizione
locale, afferma che Lucia morì durante la persecuzione di Diocleziano, e non ci
sono argomenti perentori per respingere tale tradizione. Il dies natalis invece
è senza dubbio il 13 dicembre come riferisce già il Martirologio Geronimiano. Sul martirio di Lucia non
esiste purtroppo un racconto storicamente degno di fede; la passio composta
tra il sec. V e il VI è una delle solite leggende, piena di luoghi comuni e col
tema principale della verginità e del disprezzo dei beni terreni, in cui si
trovano alcune belle espressioni che possono trarre in inganno un lettore non
troppo accorto, poiché sembrano riecheggiare un autentico interrogatorio nel
tribunale, ma che invece devono considerarsi opera dell'autore, il
quale perciò si rivela un vero poeta, esperto scrittore e buon
conoscitore della letteratura cristiana. Appunto per queste sue caratteristiche
letterarie la passio fu molto letta e
divulgata e lo stesso s. Tommaso d'Aquino la citò due volte nella Summa Theologica; Supplementum. Lucia era una giovane e ricca
siracusana, già
fidanzata ad un suo concittadino. Durante un pellegrinaggio al sepolcro della
martire Agata a Catania, per implorare la guarigione della madre, le
apparve la santa che le preannunziò il martirio. Ritornata a Siracusa decise di
rinunziare al matrimonio e cominciò a distribuire tutti i suoi beni ai poveri.
Accusata al consolare Pascasio come cristiana dallo stesso fidanzato, fu
arrestata e condotta al tribunale; le lusinghe, le minacce del giudice non
riuscirono a farla recedere dal suo proposito e dalla fede, per cui Pascasio
ordinò che fosse condotta in un lupanare; ma neppure alcune coppie di buoi
riuscirono a smuoverla, come rimasero senza alcun effetto il fuoco, la pece e
l'olio bollente gettati su di lei. Finalmente fu condannata ad essere
trucidata, ma prima di morire ebbe ancora il tempo di ricevere l'Eucaristia e
preannunciare la morte dell'imperatore e la prossima pace per la Chiesa.Sul suo
sepolcro fu poi edificata una chiesa che divenne ben presto meta di
pellegrinaggi; mentre Pascasio, accusato di aver depredato la provincia, fu
condotto a Roma e giustiziato. Fino a quando il corpo di
Lucia sia rimasto nel suo sepolcro e dove oggi si trovino veramente le preziose
reliquie è purtroppo impossibile precisare, perché due tradizioni molto
differenti e contrastanti le additano in luoghi diversi e nessuna delle due è
storicamente ineccepibile. La prima è riferita da una
relazione del sec. X, coeva quindi ai fatti, inserita da Sigeberto di Gembloux
(m. 1112) nella biografia del vescovo Teoderico di Metz (m. 984), in cui si
narra che il vescovo, venendo in Italia insieme con l'imperatore Ottone, ebbe
cura di portarsi dietro molte reliquie di santi tra cui anche quelle di Lucia.
FOLKLORE.
Nella tradizione popolare, Lucia trova un riscontro in san Lorenzo.
Nell'alterna vicenda delle stagioni, infatti, il martire romano si trova al
centro della « gran calura », in relazione alla leggenda del suo supplizio,
mentre la vergine siracusana, la cui festa cadeva, secondo il Calendario
Giuliano, nel « giorno più corto che ci sia », diffonde lo splendore dei suoi
occhi accecati sulla corrispondente lunga notte del solstizio.Ai
presagi che si traggono per le opere e i giorni dell'estate dalla pioggia di
stelle cadenti del 10 agosto corrispondono anche quelli sul tempo che riserberà
l'inverno dal 13 dicembre a Natale. In questo caso c'è di più: chi si nutrirà
nel giorno di Lucia di sole verdure, lasciando il pane, potrà avere una
illuminazione sul nome e il volto del futuro sposo e della futura sposa.
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