CRONACA DI UN VIAGGIO IN TUNISIA

LA TUNISIA CRISTIANA E I SUOI SANTI

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  23 - 30  GIUGNO 2003  
La meta del nostro viaggio: 

camminare con i primi cristiani sulla terra d'Africa.

 

la città di Tunisi: la moscheaArriviamo a MONASTIR in aereo verso sera, conosciamo Samir la nostra guida locale e subito con il pullman ci dirigiamo verso HAMMAMET, all’albergo. Siamo stanchi ma contenti e pieni di aspettative.

CartagineIl giorno dopo visitiamo CARTAGINE, le antiche rovine, il museo archeologico e, dall’alto, scopriamo il portoCartagine: l'anfiteatro ove sono state martirizzate SS. Perpetua e Felicita in zona strategica. Ci rechiamo all’anfiteatro dove furono martirizzate S. Felicita e S. Perpetua. Don Claudio narra la loro storia e rimaniamo toccati dal coraggio e dal comportamento di queste donne che “pensavano più al loro pudore che al loro dolore”.

lapide che ricorda il martirio delle Sante Perpetua e Felicita Preghiamo intensamente perché il sangue dei martiri, che ha dato vigore e vita alle comunità di allora, dia anche alle nostre comunità forza e d entusiasmo nella continua ricerca del cammino di fede. Continuando l’itinerario giungiamo alla cattedrale di San Luigi dei Francesi, all’acropoli punica di BYRSA e ai resti della basilica paleocristiana di DOMUS ed KARITA, forse la più grande chiesa d’Africa a nove navate ed un battistero esagonale e poi al museo del Bardo a Tunisi dove ammiriamo molti e bellissimi mosaici di epoca romana e paleocristiana molto ben conservati.

Sidi Bou Said con i suoi tipici coloriCi fermiamo a prendere un tè alla menta in un caratteristico locale di SIDI BON SAID, incantevole cittadina dalla tipica architettura Andalusa: muri bianchi, cascate di buganville di ogni colore, porte e finestre sulle gradazioni dell’azzurro intenso.

Visitiamo poi le antiche città che furono colonie romane: BULLA REGIA, DOUGGA, THUBURBO MAJUS.

Dalle rovine possiamo capire la grandezza, la potenza, la fastosità di Roma e del suo impero.

Osserviamo in loco i pavimenti in prezioso mosaico delle ville patrizie a due piani (uno sotterraneo per proteggersi dal caldo) ed i particolari battisteri in mosaico decorato dove i catecumeni discendevano per essere immersiil battistero di mosaico decorato completamente nella nuova vita data dal Battesimo. Sostiamo in preghiera e meditiamo con un canto.

A KAIROUAN , la quarta città santa dellIslam, visitiamo la grande moschea con il porticato ad archi intrecciati e le numerose Kairouan con la sua moscheabellissime porte in legno scolpite a fiori e a disegni geometrici.

Rimangono impresse la simmetria della costruzione e, all’interno, le originali colonne con il cuscinetto di legno sopra il capitello per assorbire eventuali scosse telluriche.

A SBEITLA fra le antiche rovine scopriamo la chiesa dei santi Gervasio e Protasio e quella di Vitalis a 5 navate e due absidi contrapposte.

Kebika: la prima oasi di montagnaRaggiungiamo in fuoristrada le oasi di montagna di KEBIKA, TAMERZA e MIDES. Saliamo a piedi per un terreno impervio sottoTamerza: il don davanti alla cascata di 15 metri... un sole cocente, poi discendiamo per raggiungere la sorgente che sgorga dalla roccia. Ci colpisce il contrasto tra le montagne aride che fanno da sfondo al paesaggio ad una conca di verdeggianti palme. L’acqua è incredibilmente fresca e non resistiamo a immergere i piedi.

l'oasi di Nefta: il giro in calesse ...Ci rechiamo in calesse all’oasi di NEFTA per vedere i palmeti (più di 5.000 palme) dove vengono coltivati i datteri della migliore specie.

Costeggiando il lago salato arriviamo al deserto di sabbia. La “jep” s’addentra tra le dune, le cavalca fermandosi sulla cresta e facendoci provare un brivido di paura, poi si ferma e finalmente calpestiamo la sabbia dorata, la più fina che abbia mai visto. L’orizzonte è...mentre il sole tramonta e le ombre si allungano .... ora la felicità del gruppo nel desertouna linea dritta, interrotta a volte dalla presenza di un dromedario, ora una linea sinuosa che segue le montagne di sabbia. Abbiamo una sensazione come di essere sospesi all’infinito… Preghiamo per tutti i nostri cari e per le nostre parrocchie, mentre il sole tramonta e le ombre si allungano e cantiamo: “Le ombre si distendono…”.

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