Partiti
in aereo da Venezia per Budapest, ci trasferiamo a VISEGRAD, graziosa
cittadina una volta sede di regnanti.
Vediamo le
rovine dell'antica fortezza da dove si apre un panorama magnifico
sull'ansa del Danubio.
E'
domenica, a ESZTERGOM nella maestosa basilica, sede dell'arcivescovado,
assistiamo alla S. Messa in lingua Ungherese; ammiriamo la pala
dell'altare maggiore, una Assunzione di Maria su tela, di dimensioni
straordinarie e sostiamo in preghiera davanti alla tomba del Cardinale
Mintzenti venerato martire della libertà che si trova nella cripta.
Dall'altura
godiamo la vista sul Danubio ed il verde lussureggiante dei dintorni.
Visitiamo il museo con esemplari
veramente stupendi di arredi sacri,
croci, calici, ostensori, pastorali, pianete e piviali ricamati in
oro, perle e pietre preziose, un tesoro mai visto prima che ci ha
stupiti per la preziosità della lavorazione e per il suo inestimabile
valore che attesta la nobiltà e la ricchezza dello Stato
Ungherese.
La
ridente città di GYOR ci offre un'occasione particolare: la solenne
processione con la reliquia del vescovo San Ladislao nella festa del
Santo Patrono tra canti gregoriani e una grande partecipazione di folla.
Nella
chiesa, come in tutte le chiese che abbiamo visitato, sono posti
all'attenzione e alla fede dei credenti i Santi più venerati: Santo
Stefano, primo Re, con il simbolo della doppia croce, segno del potere
temporale e religioso.
Santa
Elisabetta, santa della carità, con un grembiule di rose, Santa
Margherita con le lepri dell'isolo omonima, Sant' Emerico figlio di S.
Stefano con il giglio della castità.
Preghiamo
per tutti i nostri cari, per la nostra comunità, per coloro che hanno
chiesto una preghiera.
PANNONHALMA
è stato il luogo in assoluto che ci ha colpito di più per la sua
grandiosità, per la posizione, ma sopratutto per la sua chiesa così
artisticamente bella nella sua lineare semplicità, poi la biblioteca con
numerosissimi libri rari e preziosi.
Qui nei
dintorni nel monastero è nato San Martino, il Patrono della nostra
Diocesi ed è certo un fatto che riunisce i nostri Paesi.
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