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Non
fu poi difficile al pio abate Elia ottenere dalla munificenza di Ruggero il
Normanno, duca di Puglia, l'antica residenza dei governatori bizantini (Corte
del Catapano) con le sue adiacenze per innalzarvi la nuova chiesa in onore di
san Nicola. La costruzione procedette tanto rapidamente, che in due anni ne era
già compiuta la cripta, che venne consacrata il 29 settembre 1089 personalmente
dal papa Urbano II, il quale volle deporre con le sue stesse mani nell'urna
sottostante l'altare le reliquie del glorioso taumaturgo, provvedendo altresì
nella circostanza alla consacrazione episcopale dell'abate Elia, nominato
arcivescovo di Bari. Ed ai piedi di quell'altare andò a pregare nel 1095 Pietro
l'Eremita per il buon esito della crociata, lí pregò anche Boemondo
d'Altavilla prima di partire per la santa impresa alla testa dei suoi valorosi
guerrieri pugliesi, ed in quella stessa cripta ancora Urbano II tenne nel 1098
l'importante concilio in cui si trattò della riunione fra la Chiesa latina e
la Chiesa greca.
CULTO
Già intenso al principio del sec. VI il culto di san Nicola in Oriente
ebbe ben presto la sua esaltazione in vari edifici sacri a lui dedicati; una
grande chiesa in suo onore venne infatti innalzata a Costantinopoli. Patrono
di Bari, di Venezia, di Merano di Ancona, di Sassari e di altre città italiane
ed estere ultima delle quali è stata La Rioja nella Repubblica Argentina, nonché
di regioni, come la Puglia e la Sicilia, e di intere nazioni, come la Russia e
la Grecia, san Nicola viene variamente
rappresentato, trovandosi in specie trasformato dal popolo in un vecchio
munifico dalla lunga barba bianca, che porta doni ai bimbi buoni nella notte di
Natale, divenuto nel folklore anglosassone Santa Claus (una corruzione di
Sanctus Nicolaus. Ancor
oggi dalle ossa dei grande taumaturgo di Bari trasuda un liquido limpido e puro,
detto «manna di san Nicola», a cui si attribuiscono poteri miracolosi, e che
cominciò a stillare subito dopo il suo glorioso trapasso, trovandosi di ciò
menzione presso tutti gli antichi scrittori e panegiristi, da S. Metodio, a san
Teodoro Studita a Niceforo, e persino nella seconda Novella dell'imperatore
Emmanuele Comneno. L'esistenza
di varie altre reliquie di san Nicola in molte chiese a lui dedicate nel mondo,
ponendo il problema della loro autenticità, ha fatto sorgere anche la questione
se nel sarcofago di Bari siano contenuti tutti i resti ossei del santo vescovo,
come affermavano alcuni autori sulla base di un decreto dell'8 aprile 1868 della
S. Congregazione dei Riti; per cui nella notte tra il 5 ed il 6 maggio 1953 si
procedette alla ricognizione canonica dei resti di san Nicola, effettuata da una
speciale commissione designata, per disposizione di Pio XII, dalla stessa
Congregazione dei Riti. Fu accertata così l'incompletezza dello scheletro del
santo, le cui parti mancanti vennero poi esattamente precisate nello studio
anatomico - antropologico eseguito nel 1957 dei resti esistenti nella tomba
barese; ma mentre è dato pensare che qualche cosa possa pur essere rimasta
nell'antico sepolcro di Mira, si devono altresì tener presenti anche quei resti
che non è stato possibile attribuire ad alcuna parte dello scheletro del santo
per la loro piccolezza e la loro forma, resti raccolti in due coppe d'argento
giacenti nello stesso sarcofago marmoreo della cripta. Il
Martirologio Romano commemora san Nicola tanto il 6 dicembre suo dies natalis, quanto il 9 maggio giorno della traslazione delle sante reliquie a
Bari.
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